I Kiss salutano per l’ultima volta Milano e l’Italia in un epico concerto per famiglie

Nella serata del 2 luglio i Kiss hanno detto addio ai propri fan italiani accorsi all'Ippodromo SNAI di Milano per il tour "End of the road", atto finale della mitica carriera della band.

I Kiss salutano per l’ultima volta Milano e l’Italia in un epico concerto per famiglie

Nonostante questo inizio di estate si stia rivelando clamorosamente torrido per gli abitanti di Milano, il 2 luglio verrà ricordato dai fan meneghini del rock per un altro tipo di calore: sul prato dell’Ippodromo SNAI è andato in scena “End of the road“, l’atto finale della famigerata band mascherata, i KISS. Dopo quasi 50 anni di onorata carriera, che ha infranto numerosi record sia dal vivo che in studio, gli iconici mascherati hanno annunciato nel corso dei mesi passati un definitivo ritiro dalle scene, ma non prima di aver salutato a dovere la KISS Army (così vengono chiamati i fan più accaniti della band) di tutto il mondo.

I fan italiani non si sono fatti certo pregare e hanno risposto in massa alla chiamata nonostante il clima torrido e un prezzo del tagliando non esattamente popolare. C’è ancora luce quando le prime esplosioni e i primi fuochi d’artificio annunciano l’arrivo dall’alto della band, che guadagna il centro dello stage su delle spettacolari pedane che vengono calate dal soffitto. La premessa dei mesi scorsi da parte di Paul Stanley, storico frontman della band, era stata chiara: “End of the road” sarebbe stato il tour più fragoroso, esagerato e sconvolgente mai messo in piedi dagli anni ’70. Le promesse delle vigilia vengono ampiamente mantenute fin da subito.

Greatest Hits per tutti i gusti 

Per potersi congedare al meglio dai propri fan senza scontentare nessuno, i KISS hanno adottato una sapiente e riuscita formula “Greatest Hits“: per circa due ore vengono snocciolate tutte le canzoni fondamentali che hanno composto la lunghissima carriera dei mascherati del rock, andando a soddisfare le esigenze non soltanto dei fan della prima ora, ma anche dei tanti occasionali che hanno risposto alla chiamata incuriositi dall’enorme portata mediatica dell’evento. Si inizia con “Detroit Rock City” e “Shout It Out Loud”, entrambe perle estratte dal fantastico album “Destroyer“, all’epoca vera e propria rinascita della band che sembrava aver perso la propria linfa vitale in studio.

Il pubblico appare da subito in visibilio, i quattro KISS (soltanto due di loro sono membri originali della band, Paul Stanley e Gene Simmons) appaiono da subito in grande forma fisica e tecnica, vogliosi di regalare al pubblico italiano un ultimo, grande spettacolo. Si prosegue con altre fantastiche hit, su tutte “Lick It Up”, irriverente e sensuale canzone direttamente dagli anni ’80, “Psycho Circus”, cavalcata hard rock made in 90s’ culminando con “I Was Made For Lovin’ You”, uno dei maggiori successi commerciali della band, ancora oggi ballata in gran parte delle discoteche mondiali.

Tuttavia, bisogna precisare che un concerto dei KISS non è soltanto ottima musica: i fan si aspettano dei “numeri” ben precisi e non vengono certamente delusi. Gene Simmons, demoniaco bassista che gronda sangue, vola sulla folla e sputa fuoco. Paul Stanley, che saltella per il palco con fare androgino, brandendo la chitarra come se fosse una potente arma. Eric Singer, custode delle pelli, che fornisce controcanti pazzeschi e un assolo di batteria sospeso in aria da urlo. Tommy Thayer, il chitarrista venuto dallo spazio, che spara saette dalla paletta della chitarra abbattendo i dischi volanti che compongono la scenografia. Insomma, i KISS sono genuina musica rock condita con una fortissima componente teatrale.

Rock per tutte le età e gran finale

Soprendentemente, a spadroneggiare non sono i fan della prima ora (seppur presenti in gran numero), ma sono i tantissimi bambini che cantano i brani della band senza perdere un colpo, direttamente dalle spalle dei propri genitori, che li esibiscono fieri e alti come trofei. Tutto ciò conferma come i Kiss non siano una semplice band, bensì un fenomeno senza precedenti, capace di riunire nella stessa arena fan di ogni sesso ed età con lo scopo comune di far festa, ballare e muoversi in allegria e solidarietà. Quello che, visto da fuori, potrebbe sembrare un concerto per spavaldi rocker capelloni si rivela essere una festa per famiglie in cui sono i bambini a prendersi il centro della scena, con tanto di trucco sui loro piccoli visi.

Sono le 23 passate quando i Kiss concedono tre canzoni di encore ai presenti. Si comincia con una ballad lenta e docile come “Beth”, per poi perdere definitivamente la testa con “Crazy Night” e “Rock’n Roll All Nite”, vero inno alla vita rock che viene cantato e urlato a squarciagola da tutti i presenti. Esplodono gli ultimi fuochi d’artificio, salgono alte al cielo le ultime, caldissime, fiammate. Paul Stanley, con fare fiero e spaccone, fracassa al suolo la propria chitarra esibendone i resti come un cacciatore esibisce la preda appena catturata, domata e uccisa. Si spengono le luci, rimane soltanto una scritta sul maxischermo del palco “Kiss loves you, Milano“. Ognuno abbandona l’arena col sorriso stampato sul volto e con i coriandoli appiccicati ai capelli, consapevoli di essere stati testimoni di qualcosa di magico, grande e definitivo.

Quale futuro per i Kiss?

Nonostante l’intento del tour sia assolutamente chiaro, nelle ultime ore sono arrivate delle dichiarazioni a dir poco sibilline da parte di Gene Simmons. Il bassista è assolutamente convinto del fatto che l’eredità dei Kiss sopravviverà benissimo all’urto del tempo, la storia della band non troverà mai fine, dal momento che sopravviverà per sempre nelle band che ne hanno tratto e ne trarranno influenza. Nonostante l’età avanzi (sono ormai quasi 70 per i due membri fondatori), Simmons è convinto che il tour non sarà la fine dei Kiss nel vero senso della parola: nei prossimi anni potrebbero emergere progetti televisivi, residency a Las Vegas e molto altro. Ad ogni modo, è presto per fare congetture. Il bassista ha dichiarato che tutto verrà reso noto in maniera chiara solo e soltanto a tour ultimato. In attesa di conoscere il futuro della band (ricordiamoci che questo non è stato il loro primo tour d’addio!), godiamoci lo spettacolo che hanno ancora da offrire nel giro dei prossimi mesi.

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