Cinquant’anni fa morì il genio creativo di Louis Armstrong

Rese il jazz un genere da solisti e cambiò come si cantava negli Stati Uniti. Harold Bloom disse: "i due più grandi contributi degli Stati Uniti all’arte mondiale, alla fine, sono Walt Whitman e, dopo di lui, Louis Armstrong e il jazz"

Cinquant’anni fa morì il genio creativo di Louis Armstrong

Louis Armstrong acque a New Orleans nel 1901 il più grande trombettista di tutti i tempi, che diede un grande contributo alla musica jazz. Ebbe una adolescenza turbolenta, figlio di una donna che si dovette prostituire per mantenersi, il padre lo abbandonò da bambino, e visse in un quartiere malfamato, era un bambino povero e passò taluni anni anche al riformatorio, passando un’infanzia nei guai, ma la musica lo salvò, suonava la tromba infatti sui battelli del Mississippi.

Andò a lavorare nei ruggenti anni Venti nei locali dove imperversava il proibizionismo, locali clandestini, dal Sud gli afroamericani si trasferirono in altre regioni degli Stati Uniti, debuttò così a Chicago. E fu nel 1923 che si rese noto al grande pubblico, incidendo il suo primo disco. Suonava assieme al cornettista “King” Oliver che non era ancora un solista.

L’America allora era estremamente razzista, e faticarono a prendere il loro posto nel mondo, dovuto ai bianchi che suonavano e guadagnavano di più, e riconoscergli il talento che meritavano era estremamente difficile, nel 1924 approdò a New York, la sua musica influenzò molto un’intera generazione di musicisti.

Il suo suono era armonico e preda di virtuosismi, diede al jazz una nuova demarcazione di assolo, per musicisti singoli, suonò con la band di Oliver tra Harlem e la 52esima strada, e soprattutto qualche anno dopo a Chicago con gli Hot Five e gli Hot Seven, le sue performance erano straordinarie. 

Era un tipo di musica che trasportava, che arrivò a trascendere nello swing, che avrebbe fatto parte del panorama internazionale di lì a vent’anni, divenne l’idolo di molti e tanti lo imitavano, ogni sera si esibiva e deliziava gli spettatori con qualcosa di sempre nuovo, alla fine degli anni Venti si cominciò a sentire la sua musica alla radio. Si impose anche con la voce, generando un nuovo metodo di improvvisazione canora, Negli anni Sessanta, registrò “What A Wonderful World”, che sarebbe diventata la sua canzone più celebre. Morì nel 1971 nel sonno.

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