Addio a Livio Macchia, voce e volto indimenticabile dei Camaleonti: un’eredità di musica e passione

Una figura iconica della scena musicale italiana ci ha lasciati a 83 anni, segnando la fine di un’epoca indimenticabile nel panorama del Beat. Scopri chi era e perché il suo contributo ha cambiato la musica italiana.

Addio a Livio Macchia, voce e volto indimenticabile dei Camaleonti: un’eredità di musica e passione

Livio Macchia, storico leader dei Camaleonti, si è spento all’età di 83 anni dopo una lunga malattia, lasciando un’eredità musicale che ha segnato profondamente la scena italiana. Nato nel 1963 insieme a Riki Maiocchi e Paolo De Ceglie, il gruppo si è distinto come una delle realtà più rappresentative del Beat italiano, portando in Italia le sonorità che arrivavano dall’oltreoceano e reinterpretandole con un tocco tutto nazionale.

La storia dei Camaleonti iniziò tra le aule scolastiche, dove i ragazzi condivisero la passione per la musica che presto divenne il loro impegno principale. Le prime esibizioni nei piccoli club milanesi erano accompagnate da prove lunghe e intense, con serate musicali che si protraevano anche per sei ore consecutive. Fu proprio questo entusiasmo che li fece notare a Miki Del Prete, collaboratore di Adriano Celentano, che decise di sostenere il gruppo.

Uno dei loro primi successi fu la canzone «Sha… la la la la», inizialmente un semplice motivetto suonato per gioco, che però conquistò il pubblico al punto da essere richiesta nei negozi di dischi. Solo dopo due anni di insistenza riuscirono a incidere il brano, che vendette 400mila copie, confermando il talento della band.I Camaleonti sono stati protagonisti di un’epoca in cui il Beat italiano si sviluppava attraverso reinterpretazioni di successi internazionali, ma anche con sperimentazioni di generi diversi, motivo per cui scelsero un nome che evocasse la capacità di adattarsi e cambiare: appunto Camaleonti.

Il loro primo album, pubblicato nel 1966, «The Best Records in the World», raccolse cover di artisti come Bob Dylan, Beatles, Rolling Stones e molti altri, portando freschezza e novità nel panorama musicale italiano. Il 1968 fu l’anno di maggiore successo per il gruppo con brani come «L’ora dell’amore», cover di «Homburg» dei Procol Harum, «Io per lei» e «Applausi». Il loro talento venne riconosciuto anche al Festival di Sanremo nel 1970, dove presentarono «Eternità» in coppia con Ornella Vanoni, e successivamente con «Perché ti amo» vinsero il prestigioso premio Un disco per l’estate nel 1973.

Nonostante un iniziale scetticismo della casa discografica, i risultati ottenuti cambiarono le sorti del gruppo, portando a una maggiore attenzione e supporto da parte dell’etichetta. I ricordi dei compagni di viaggio di Livio Macchia testimoniano non solo il suo valore artistico, ma anche la sua personalità, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica italiana. Con la sua immagine inconfondibile fatta di capelli ricci elettrificati e baffi a manubrio, Livio ha rappresentato non solo un musicista, ma un simbolo di un’epoca che ha saputo unire generazioni diverse attraverso le note e le melodie dei Camaleonti.

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