Domani Adriano Celentano, nato il 6 gennaio 1938, compie 80 anni. Quasi quarant’anni fa, nel 1979 ha dato alle stampe un’antologia in cinque dischi di vinile, ristampata e ampliata dieci anni più tardi. All’interno del cofanetto una lunga e preziosa intervista. Sui grandi temi della vita Adriano non ha mai cambiato idea, spunto per fargli degli auguri “sentiti“.
Un augurio di serenità come quello che ha dato vita a “Il ragazzo della via Gluck“. Un’atmosfera di tranquillità, come lo stesso Celentano ricorda, dettata da abitudini: il riposino quotidiano, l’alzata alle 16, l’attesa degli amici, la mamma e la zia al lavoro tra calze da aggiustare e panni da stendere, mentre “si parlavano in serenità“, complice il cielo azzurro, il sole forte, il cortile tagliato in due dall’ombra…
Un augurio di felicità in famiglia ad Adriano che afferma: “Non ho mai creduto al divorzio anche se credo che ci vorrebbe una patente per essere autorizzati a sposarsi“.
Un augurio di continuare ad essere il “Molleggiato“ che con il suo nuovo genere rock ha rallegrato generazioni e generazioni anche se, come lui stesso racconta nell’intervista inserita nel cofanetto, all’inizio nessuno gli dava retta. A proposito racconta che quando portò “24 mila baci” al festival di Sanremo gli dicevano che era un violento: “Per un festival di Sanremo ero quasi una provocazione con quei movimenti del corpo. Ci fu perfino una interrogazione parlamentare perché, per qualche attimo, voltai le spalle al pubblico dei telespettatori“.
Un augurio perchè egli possa continuare a sostenere il rispetto dell’ambiente, della natura che alla fine diventano rispetto per l’uomo, come quando afferma: “Rovinando l’ambiente si rovinano le coscienze“. Il male presente nella società, secondo Adriano Celentano, è dovuto al fatto che spesso l’uomo non è integrato con l’ambiente: “Io penso che da queste privazioni nascono le violenze”.