Uber continua a non avere pace. La portata rivoluzionaria dell’idea alla base della notissima app che permette di prenotare un passaggio in auto senza la necessità di doversi rivolgere al consueto servizio dei taxi, sta portando lo scompiglio nel settore, creando allarmismi e paure da parte degli operatori tradizionali.
Recentemente, anche i tassisti italiani si sono uniti al coro di proteste contro la diffusissima app. Per l’occasione hanno indetto uno sciopero chiedendo alle autorità del nostro paese di bloccarne l’utilizzo sul territorio nazionale. Si tratta di una questione spinosa che vede schierati da un lato i tassisti, che rivendicano l’esclusività di operare in tale settore in quanto concessionari di una costosa licenza rilasciata dallo stato e dall’altro la libertà dei cittadini di poter disporre del servizio che maggiormente li aggrada e che soprattutto permette loro di risparmiare un bel po’ di soldi. A tenere banco sono proprio i costi. Uber ha tariffe molto più basse di quelle di un normale servizio taxi e quindi nel giro di breve è riuscita ad attrarre un numero sempre maggiore di utilizzatori che ormai, specialmente nelle grandi aree urbane, la utilizzano abitualmente per i loro spostamenti.
Seppure il car-sharing incontri il parere favorevole dei consumatori, il suo cammino appare in salita e disseminato di ostacoli. Basti pensare che recentemente le autorità di San Francisco e Los Angeles hanno contestato a Uber il sistema di verifica dell’attendibilità delle persone che si propongono quali guidatori, giudicato non sempre efficace. Una mancanza che metterebbe a repentaglio la sicurezza di coloro che decidono di usufruire del servizio.
A complicare le cose si è aggiunta una recente notizia di cronaca proveniente dall’India dove una passeggera che aveva deciso di utilizzare il servizio si è poi trovata nelle grinfie di un uomo che ha tentato di violentarla. Analogamente, le autorità di Rio De Janeiro hanno minacciato di sequestrare le autovetture utilizzate per offrire il servizio di trasporto passeggeri su Uber.
Le ultime notizie in merito arrivano invece dalla Spagna e dalla Thailandia dove sono stati disposti blocchi all’utilizzo dell’app in questione. In entrambi i paesi lo stop è arrivato dalla sentenza di un tribunale che ha giustificato tale decisione sostenendo che Uber offre un servizio in diretta concorrenza con quello dei taxi non disponendo dei necessari permessi.