McAfee. Vi sblocco l’iPhone in 30 minuti. Sennò mi mangio una scarpa

McAfee torna ad inserirsi nella disputa tra FBI ed Apple sullo sblocco dell'iPhone coinvolto nella strage di San Bernardino e lo fa promettendo lo sblocco del device in mezz'ora. Anche al costo di mangiarsi una scarpa in caso d'insuccesso. Buon appetito...

McAfee. Vi sblocco l’iPhone in 30 minuti. Sennò mi mangio una scarpa

Come sappiamo, è in corso una disputa tra Apple e l’FBI sullo sblocco dell’iPhone utilizzato dal terrorista di San Bernardino e, in questa querelle si è inserito anche il controverso John McAfee che ha promesso di riuscire a sbloccare l’iPhone incriminato in mezz’ora. Sennò si mangia una scarpa!

John McAfee è stato, per anni, il creatore del noto antivirus omonimo, ora di proprietà della Intel e, da qualche anno, è tornato ad occuparsi di sicurezza. Quand’è iniziata la controversia tra l’FBI e la Apple che NON vuole sbloccare l’iPhone usato dal terrorista della strage di San Bernardino, McAfee ha dichiarato di poter sbloccare lui tale iPhone per conto dell’FBI.

Ora, nel corso di un’intervista alla tv russa, il medesimo Guru ha rilanciato dicendo che non ci metterebbe neanche mezz’ora a farlo ed ha spiegato – in barba ai segreti degli addetti del settore – come intenderebbe farlo. Il suo metodo, applicabile anche ai computer ed a qualsiasi device vada sbloccato, prevede l’uso di un ingegnere hardware e di uno software.

I due professionisti dovrebbero copiare tutto l’instruction set, quindi iOS, applicazioni e contenuto della memoria, e tradurlo in una serie di 1 e 0 leggibili. Questi dati verrebbero, poi, scandagliati a poco a poco alla ricerca delle prime istruzioni che si scrivono quando si accede al device, o alla tastiera, ovvero alle indicazioni del PIN. A quel punto, entro mezz’ora, si sarebbe capito dove vengono conservate le istruzioni per l’accesso ed il device è bell’e sbloccato.

John ne è così convinto da aver promesso che si sarebbe mangiato una scarpa nel caso non ce l’avesse fatta. Buon appetito, gli han risposto – in modo simpatico – gli esperti di ArsTecnica secondo i quali il guru della sicurezza informatica non sa proprio di cosa parla. Il metodo esposto da McAfee, spiegano ad ArsTecnica, andrebbe bene nel caso esistesse una flash memory o una RAM utilizzata per conservare in chiaro il codice che, poi, sarebbe confrontato con il Pin segreto onde favorire lo sblocco. L’iPhone, però, non conserva il codice in chiaro nella sua secure zone: è il punto centrale sul quale verte la questione. Fosse così facile, l’FBI l’avrebbe già fatto, no?

Quindi, speriamo che le scarpe siano eco-compatibili e ben condite. McAfee dovrà mangiarsele presto, temiamo…

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