LG schiera le tre punte in India, con gli smartphone low cost LG W10, W30 e W30 Pro

Con pochi rumors emersi nelle scorse ore, anche LG mostra interesse verso l'immenso mercato indiano, anticipandovi tre piacevoli smartphone entry level, con diverse specifiche in comune, ed una crescente attenzione al multimedia ed alle foto.

LG schiera le tre punte in India, con gli smartphone low cost LG W10, W30 e W30 Pro

Sempre più spesso il mercato indiano è quello che viene maggiormente attenzionati dai produttori di smartphone che, in tal modo, cercano di rimpolpare le proprie quote di mercato, altrove messe a dura prova dalla concorrenza: spesso, inoltre, il medesimo mercato viene usato come test di soluzioni economiche poi destinate a sbarcare anche in Occidente (anche se non sempre con l’invidiabile rapporto qualità-prezzo di queste latitudini). L’ultimo brand a tentare la sorte della “via delle Indie” è la sudcoreana LG che, senza trincerarsi sotto alcun sotto brand, ma mettendo in gioco il brand principale, ha ufficializzato, con effettiva disponibilità dal prossimo 3 Luglio, un terzetto di smartphone entry level, gli LG W10 (circa 114 euro), W30 (pressappoco 127 euro), e W30 Pro.

I nuovi smartphone LG W10, W30 e W30 Pro sono uniti, oltre che sul piano software dall’adozione di Android Pie 9.0, anche lato hardware con la presenza della stessa batteria da 4.000 mAh, con un comparto connettività basico (Dual 4G VoLTE, GPS con Glonass, Bluetooth 4.2, Wi-Fi a doppia banda, jack da 3.5 mm), con un display HD+ sormontato da una tacca (rispettivamente trapezoidale, a goccia, a V), e – sul retro – assieme a una multicamera – da uno scanner circolare per le impronte digitali. 

Il capofila della nuova serie LG W, rappresentato dal W10 (156 × 76.2 × 8.5 mm, per 164 grammi, nelle colorazioni Smokey Grey e Tulip Purple), propone un display con cornici contenute (FullView) da 6.19 pollici, dal rapporto panoramico a 18.9:9: la selfiecamera si ferma a 8 megapixel, ma supporta lo sblocco via scansione facciale mentre, sul retro, la multicamera è duale, con un semaforo verticale a sinistra che, disposti in compagnia con il Flash LED, annovera un obiettivo da 13 megapixel (messa a fuoco con rilevamento fasico) + 5 megapixel (per la profondità). Perde qualche colpo il comparto elaborativo, con l’octacore (2 GHz, a 12 nanometri) Helio P22 prodotto da MediaTek e la GPU IMG PowerVR GE8320 che possono contare “solo” su 3 GB di RAM e su 32 GB di storage, però ampliabili di altri 256 GB via microSD senza togliere spazio al Dual SIM, puro.

Il successivo LG W30 (162.7 × 78.8 × 8.5 mm, per 172 grammi, cadenzato in Platinum Grey e Thunder Blue) mutua dal fratello minore le pezzature mnemoniche, uguali, e financo le scelte logiche, in termini di processore e scheda grafica. A migliorare, però, è tutto il comparto multimediale: il display, esteso su un aspetto panoramico maggiore (19:9), è un pannello LCD IPS da 6.26 pollici, mentre la selfiecamera – sempre capace del Face Unlock – raddoppia la risoluzione (16 megapixel): sul retro, sloggiato il Flash LED fuori dal semaforo verticale, a sinistra l’allineamento verticale mette in colonna 3 obiettivi, da 12 (Sony IMX486), 13 (grandangolare), e 2 (profondità) megapixel. 

Il portabandiera del terzetto, ovvero l’LG W30 Pro (157.7 × 75.9 × 8,.3mm, per 172.7 grammi, nelle nuance Black, Denim Blue e Pine Green), infine, riduce la diagonale del display panoramico (19:9) a 6.21 pollici, ma ha una tripla postcamera più bilanciata, da 13+8+5 megapixel, sempre secondo lo schema che prevede un sensore tradizionale, uno grandangolare, e uno per la profondità necessaria all’effetto Bokeh, con la selfiecamera che, sul frontale, si conferma con 16 megapixel e scansione del volto. Migliorato l’audio, grazie alle ottimizzazioni StereoPulse, il modello in questione è l’unico del trittico a potersi fregiare di un processore fornito dall’americana Qualcomm, rappresentato dallo Snapdragon 632, sempre a otto core (1.8 GHz), ma assemblato col processo produttivo a 14 nanometri, giustapposto sul SoC assieme alla scheda grafica Adreno 506: anche le pezzature mnemoniche, con 4 GB di RAM e 64 GB di storage, ovviamente espandibile, crescono, raggiungendo un livello di sufficienza. 

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