Nel corso delle ultime settimane, e in particolar modo dopo la presentazione dell’ultimo top di gamma Samsung del 2017 (il Note 8), le indiscrezioni hi-tech si sono tutte concentrate sull’iPhone 8 con il quale Apple celebrerà il decennale dei suoi melafonini: ecco il quadro generale, a circa 2 settimane dalla presentazione.
Uno dei primi elementi distintivi del nuovo iPhone sarà – senz’altro – il suo nome commerciale. Secondo alcuni rumors, quest’ultimo dovrebbe essere “iPhone 8“, per continuare la numerazione della serie principale, attualmente ferma al 7, e per distinguerlo dai sotto modelli in uscita, noti come iPhone 7S e 7S Plus. La rivista online “Cnet”, però, invita a tenere presente anche “iPhone Pro“, che denoterebbe un device riservato ai professionisti, in virtù di un hardware migliore persino del modello 7S Plus (e, come tale, ancor più costoso). Ultima ipotesi probabile, “iPhone X“, per celebrare il decimo anniversario dei melafonini di Cupertino: in questo caso, però, vi sarebbe il “pericolo” di un’errata pronuncia del terminale (Ex, o Ics). Decisamente da scartare, invece, le ipotesi “iPhone Anniversary Edition” e “Apple Phone”: la prima porterebbe con sé un effetto nostalgia che mal si concilia con un device innovativo, la seconda comporterebbe la rinuncia ad un brand universalmente affermato.
Passando ad elementi più concreti, quali le specifiche della scheda tecnica, in tema di display, resta valida l’ipotesi che l’iPhone 8 avrà un display OLED da 5.8 pollici ( 2.436 x 1.125 pixel, con 5.1 pollici per le app), la cui produzione dovrebbe essere stata affidata a Samsung che, per l’occasione (secondo ETNews), avrebbe portato ad 8 miliardi di dollari gli investimenti nelle sue linee produttive, con la finalità di passare dai 50 mila pannelli mensili prodotti nel 2015 a oltre 135.000 pezzi mensili sfornati entro fine anno.
Dal punto di vista estetico, alcuni designer (es. Maksim Petriv) ipotizzano un display con – ai lati della zona in cui dovrebbe essere alloggiata la selfiecamera, la sensoristica 3D, e la capsula auricolare – 2 “orecchie di coniglio” in cui sarebbero collocati gli indicatori di carica, di ricezione delle reti e del Bluetooth mentre, in basso, la “function area” e il tasto Home virtuale potrebbero scomparire al tocco del monitor (come la toolbar di Safari), per lasciare più spazio durante la visione di video o la fruizione di giochi.
Sotto il display in questione, dotato di “tap to wake”, NON ci sarà il riconoscimento delle impronte (a meno che non venga attivato più avanti, con un aggiornamento software). Il modulo TouchID finalizzato allo scopo verrà rimosso (niente posizionamento sotto il tasto di accensione, visto che le custodie di Patchworks coprono anche quello), in modo da far sparire il tasto fisico Home (sì da regalare più superficie visiva al melafonino), e verrà sostituito (secondo le riviste Fortune e Forbes) da un sistema di riconoscimento facciale.
Di questo parere è anche l’analista Gene Munster, che ha documentato come il produttore “Lumentum” abbia ricevuto (quasi sicuramente da Apple) ordinativi per 200 milioni di dollari relativi a sensori 3D laser. Di questi ultimi, uno – quello più potente – verrebbe collocato sul retro, per le applicazioni di realtà aumentata, mentre quello entry level sarebbe posizionato davanti e verrebbe dedicato al riconoscimento del volto. Quest’ultimo, noto come Pearl ID, secondo il Korea Herald, sarebbe ultrarapido (1 milionesimo di secondo) e possibile anche col device appoggiato su una superficie piana (in base al firmware dell’HomePod), e si occuperebbe di svariate mansioni, tra cui lo sblocco del device, il placet ai pagamenti via Apple Pay, ed il silenziamento delle notifiche (ridotte a semplici segnalazioni visive) qualora l’utente stia guardando il display.
Sempre in ambito multimediale, è ormai confermato l’orientamento verticale della doppia fotocamera posteriore (presente anche nel 7S Plus): alcune foto e un video pubblicato da Danny Winget mostrerebbero un mockup del nuovo iPhone proprio con la specifica in questione.
Diversi rumors sono emersi in relazione alle memorie, sia intese come RAM, che come storage (ROM). Nel primo ambito, il celebre analista di KGI Securities, Ming-Chi Kuo, ha ipotizzato che gli iPhone 7S e 7S Plus rimarranno a 2 GB, mentre l’atteso iPhone 8 scatterà a 3 GB di DRAM (più veloce del 10/15% rispetto ai moduli attuali), mentre – in tema di storage – la fonte più accreditata è stata il microblog cinese Weibo, sulle cui pagine si è parlato delle varianti da 64, 256, e 512 GB (abbandonato, quindi, la pezzatura da 128 GB): a tal proposito, sembra che i moduli da 64 GB saranno forniti da Sandisk, che si occuperà – assieme a Toshiba – anche di quelli da 256 GB, mentre quelli da 512 saranno prodotti da Hynix e Samsung.
Il processore, secondo alcune immagini apparse in Rete, sarà proprio l’A11, con processo produttivo a 10 nanometri, sfornato da TSMC che, però, l’anno prossimo potrebbe perdere le commesse a favore di Samsung che, in quanto in possesso della “litografia con radiazione UV estrema”, potrebbe accaparrarsi anche la fornitura del chip A12, in adozione sull’iPhone 9.
Un altro capitolo molto importante, ruotante attorno alle caratteristiche del futuro iPhone 8, riguarda la ricarica wireless. Alcuni utenti, sul portale Sina Weibo, hanno pubblicato alcune foto, tratte dalla catena produttiva della Apple, che ritrarrebbero proprio il modulo di ricarica senza fili del nuovo melafonino, precisando che tale specifica verrà attivata lato software in seguito (con iOS 11.1) e supportata da una dock venduta a parte.
A margine di tutto ciò, la domanda più importante resta quella relativa alla disponibilità ed al prezzo dell’iPhone 8. Il portale transalpino Mac4Ever ha ipotizzato il 12 Settembre come data per il keynote di presentazione, mentre i pre-ordini partirebbero il 15. Con quali prezzi, è il New York Times a dircelo: la versione con 64 GB di storage dovrebbe costare 999 dollari, quella con 256 GB ne richiederebbe 1100, e quella con 512 GB toccherebbe i 1200.