iPhone 2018: ecco il quadro completo a circa 3 settimane dalla presentazione

Praticamente su ogni componente dei nuovi iPhone, negli ultimi mesi, sono giunte delle indiscrezioni che, confrontate, e messe insieme, hanno fatto chiarezza su come potrebbe essere il terzetto degli iPhone destinati ad essere il riferimento Apple per il 2018.

iPhone 2018: ecco il quadro completo a circa 3 settimane dalla presentazione

Come noto, tra qualche settimana Apple si avvia a presentare un terzetto di nuovi iPhone e, nel corso dell’ultimo anno, non sono affatto pochi i rumors che si sono susseguiti a tal riguardo. Alcune novità, in merito agli iPhone 2018, tuttavia, potrebbero non essere così scontate come si sarebbe soliti credere. 

In quel di Settembre, probabilmente il 12 visto che, dalla Germania emergono voci dell’avvio dei pre-ordini il 14, dovrebbero essere presentati – oltre alla seconda generazione degli AirPods e all’Apple Watch rivisitato, in assenza del rimandato iPhone SE 2 – i tre nuovi iPhone, (realizzati da Foxconn, Pegatron, e Wistron) tra i quali un modello economico (con una sola fotocamera, ma con telaio in alluminio nelle misure 150.91 x 75.72 x 8.47/8.32 mm, FaceID by Lumentum Holdings, e ricarica wireless) da 6.1 pollici con display LCD (una sorta di Super Bright Display con tecnologia MLCD+, strato protettivo Cover Glass Sensor, e 320-330 PPI, simile a quello in auge presso l’LG G7), noto come iPhone o iPhone 9 (o 8S), l’erede (143.6  x 70.9 x 7.7 mm con frame in acciaio migliorato e struttura in più parti) dell’attuale iPhone X (destinato ad essere ritirato dal listino) con un display OLED (di seconda generazione, realizzati da Samsung e, forse LG, con risoluzione da 1.125 x 2.436 pixel, e 458 PPI) da 5.8 pollici, una sorta di iPhone Xs, ed il successore (157.53 x 77.44/77.41 x 7.85/7.68 mm) dell’iPhone X Plus, con un OLED da 6.5 pollici (forse da 1.242 x 2688 pixel, con 480-500 PPI) etichettabile come iPhone 11, iPhone Xs Plus, o iPhone X Plus. 

I principali analisi (tra i quali Ming-Chi Kuo) sono concordi sul fatto che l’abbassarsi dei costi relativi alle componenti dei device potrebbe tradursi positivamente sui listini ufficiali: il modello economico del terzetto, quello suscettibile di far ottenere maggiori introiti ad Apple, potrebbe costare 699 dollari (comunque tra i 600 ed i 700 dollari), più o meno lo stesso prezzo dell’attuale iPhone 8 (839 euro), e lanciare la volata ai più impegnativi fratelli maggiori, dei quali il primo costerebbe tra gli 899 ed i 999 dollari (poco sopra la soglia dei nostri 1000 euro), mentre il secondo sfonderebbe quota 1100 euro. 

Dal punto di vista estetico, i nuovi iPhone del 2018 non dovrebbero differire troppo dalla generazione attuale: l’ipotesi che arrivi la tripla fotocamera, per riprendere un soggetto da diverse angolazioni, appare rimandata alla generazione 2019: sarebbe – pertanto – sulle colorazioni che Apple potrebbe sbizzarrirsi. Ming-Chi Kuo ha azzardato le tonalità arancione, bianco, blu elettrico, grigio, e rosso e arancione, mentre MacRumors opta (almeno da un biennio) per la variante dorata, ed altre indiscrezioni caldeggiano quella rossa (già concepita per l’iPhone 8). 

L’iPhone da 6.5 pollici, in ragione del suo costo maggiorato e delle dimensioni più generose, potrebbe contenere una doppia fotocamera posteriore, ancora con lenti 6P, ed anche il supporto al Dual SIM: ne è sicuro l’insider di 9to5mac, Guilherme Rambo, che ne ha trovato traccia (voci “second sim status” e “second SIM status”) nella quinta beta di iOS 12. In ogni caso, una o due SIM, i nuovi iPhone potrebbero essere più lenti nelle operazioni di download dei dati (a meno di non passare alle antenne con standard 4×4 MIMO): questo perché il direttore finanziario di Qualcomm, George Davis, ha confermato che la sua impresa non ha fornito i modem per i prossimi melafonini che, verosimilmente, ricorreranno agli esemplari, più lenti, sfornati dalla Intel.

Per una lentezza che arriva, una ne vien meno: China Times ha ipotizzato che almeno la ricarica wireless potrebbe essere più veloce, qualora Apple decidesse di sostituire l’FPC (polimero di ferrite) nella spirale ad hoc sul retro del telefono con il rame, più efficiente e dotato di minor resistenza: in tal modo, si avrebbe una ricarica più veloce (purché i pad sappiano erogare più watt) ed efficiente (con minor calore generato) ma occorrerebbe mettere a dieta le componenti dell’hardware, dacché il rame sarebbe più spesso. 

Un’altra novità sorprendente riguarderebbe l’assunto secondo il quale gli iPhone non hanno necessità d’incrementare l’ammontare della RAM. essendo meglio ottimizzati delle controparti androidiane: altri rumors, infatti, segnalano il probabile passaggio dai 3 GB di RAM ai 4 GB, più o meno quanto molti computer di fascia medio-bassa attuali. Non ne è certa, però, GSMAren – noto portale di specifiche hardware – secondo le quali 3 GB rimarranno in dote all’iPhone più economico, che potrebbe giustificare la sua maggiore accessibilità anche mantenendo (secondo il già citato Guillherme Rambo, in base ad alcune evidenze nella suite di programmazione Apple Xcode) il processore A10 Fusion degli iPhone 7, lasciano il nuovo A12 (a 7 nanometri, prodotto da TSMC) ai fratelli maggiori. 

In tema di storage, invece, sembra che l’iPhone economico (alias iPhone 9) potrebbe mantenere due tagli di memoria, magari da 64 e 256 GB, mentre i due iPhone X di seconda generazione riuscirebbero a spingersi sino alla dotazione di 512 GB. Una conferma, seppur parziale per la batteria: a quanto pare, dovrebbe rimanere la forma ad L ma il fornitore LG ne realizzerebbe una a cella unica con maggiore capacità e potenza. 

Qualche tempo fa, Tim Cook – Ceo di Apple – ha infranto il diktat di Steve Jobs, notoriamente ostile all’uso del pennino sulle sue creature hi-tech mobili, dichiarando che è incredibile quante cose si possono fare su un iPhone o un iPad con una matita: ovviamente tali dichiarazioni non hanno lasciato indifferenti gli spifferatori della mela morsicata, i quali sono convinti che la Apple Pencil sbarcherà almeno sugli iPhone 2018 di punta. 

I tabù destinati a cadere, con gli iPhone del 2018, non sono certo conclusi qui: secondo il sempre presente Ming-Chi Kuo, analista di KGI Securities, il nuovo terzetto melafoniaco adotterà esclusivamente il Facial Recognition come sistema di autenticazione e sicurezza biometrico, depennando – di conseguenza – il Touch-ID (il frontale, quindi, sarà privo del tasto Home). Infine, tanto per smentire il detto “dulcis in fundo”, una brutta notizia: secondo fonti vicine al produttore audio Cirrus Logic, sembra che anche nel 2018 Apple venderà a parte l’adattatore Lightning che permette di usare le cuffie con cavo audio da 3.5 mm.

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