L’era degli smartphone di lusso potrebbe essere sul punto di tagliare nuovi traguardi. A seguito dell’introduzione di una nuova serie di dazi sulle importazioni da parte del presidente statunitense Donald Trump, i prezzi degli iPhone potrebbero salire fino al 43%, secondo le stime di Rosenblatt Securities. Se Apple decidesse di trasferire questi costi sui consumatori finali, un iPhone 16 Pro Max potrebbe arrivare a costare oltre 2.300 euro.
Il problema nasce dal fatto che la stragrande maggioranza degli iPhone è ancora prodotta in Cina, paese che è stato colpito da un dazio del 54%. Anche se Apple negli ultimi anni ha tentato di diversificare la sua catena produttiva in paesi come India, Vietnam e Malesia, anche queste nazioni sono finite nel mirino dei nuovi dazi: rispettivamente al 26%, 46% e 24%.
Di fatto, per l’azienda di Cupertino non sembra esserci via di fuga. Secondo gli analisti, Apple dovrebbe aumentare i prezzi di almeno il 30% per compensare l’impatto delle tariffe doganali. Il modello base di iPhone 16, che oggi parte da 799 dollari, potrebbe quindi sfiorare i 1.150 euro. Il modello Pro Max con 1 TB di archiviazione, attualmente in vendita a 1.599 dollari, potrebbe superare i 2.300 euro. E non si tratta solo degli iPhone: anche gli iPad, i MacBook e gli AirPods potrebbero vedere rincari simili, colpendo l’intero ecosistema Apple.
Nel frattempo, le azioni Apple hanno subito un calo del 9,3% in una sola giornata, la peggiore performance dal marzo 2020, con una perdita di oltre 300 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. La situazione è aggravata dal fatto che le vendite degli iPhone non stanno brillando nei mercati principali come Stati Uniti, Cina ed Europa. Le nuove funzionalità AI della suite Apple Intelligence, inclusa l’integrazione con ChatGPT, non sembrano aver convinto pienamente i consumatori a effettuare l’upgrade.
Alcuni analisti, come Angelo Zino di CFRA Research, ritengono che Apple difficilmente potrà trasferire più del 10% dei costi ai clienti. Morgan Stanley stima invece che i rincari medi potrebbero aggirarsi tra il 17% e il 18%. Tuttavia, con l’uscita dell’iPhone 17 attesa per l’autunno, Apple potrebbe utilizzare il lancio per introdurre gli aumenti in modo più graduale e strategico. La situazione pone Apple davanti a un bivio: assorbire i costi e ridurre i margini, oppure rischiare di alienare la propria clientela con prezzi mai visti prima. Intanto, rivali come Samsung potrebbero approfittarne: la Corea del Sud è stata colpita da dazi minori, e potrebbe conquistare terreno sul mercato statunitense.