Secondo le segnalazioni provenienti da diverse parti del mondo, un iPhone – se riparato in un centro assistenza non ufficiale – potrebbe bloccarsi – in seguito all’aggiornamento ad iOS 9 – e necessitare di una sostituzione completa.
Il caso è stato segnalato per la prima volta dal freelance Antonio Olmos il quale stava facendo un servizio in Macedonia sui rifugiati. Costretto alla riparazione del device dalla rottura del fragile display; si é accorto che – dopo l’aggiornamento a iOS 9 – il suo iPhone s’era bloccato rendendo impossibile accedere ai dati in esso custoditi. Il quotidiano britannico “The Guardian” ha chiesto una spiegazione del problema al team dei riparatori iFix il quale, per bocca di Kyle Wien, ha risposto che probabilmente Apple consente solo sostituzioni con pezzi “genuini” in centri certificati. Poco dopo, infatti, è arrivata la spiegazione e la motivazione ufficiale di Apple.
Cupertino ha spiegato di aver introdotto un controllo supplementare in iOS 9 che associa in maniera univoca il sensore Touch ID all’enclave sicura, ovvero al chip dedicato, che si occupa di custodire i nostri dati finanziari e personali (come password ed altro). Nel caso vi fosse la rottura del sensore, quest’ultimo andrebbe sostituito in un centro certificato Apple onde ripristinare l’associazione tra sensore e chip dedicati all’autenticazione ed alla protezione delle informazioni: nel caso la sostituzione avvenisse in un centro non ufficiale, il sensore potrebbe anche funzionare ma, di fatto, iOS – con i suoi nuovi controlli – non supererebbe i nuovi protocolli di sicurezza previsti da Apple e, quindi, bloccherebbe l’iPhone che diverrebbe un bellissimo fermacarte.
A quel punto occorrerebbe portare l’iPhone in un Apple Retail Store ufficiale ove verrebbe proposto una sostituzione a prezzo pieno. Nel comunicato, Apple ha spiegato anche – onde dissimulare le critiche dei suoi fan (“vogliono farci comprare altri iPhone”, così come con lo sconto sulla rottamazione) – che tale misura è stata adottata per garantire un elevato standard di sicurezza alle transazioni che avvengono tramite Apple Pay. Lasciare le cose come prima, consentiva di usare anche sensori fraudolenti che potevano abilitare accessi indiscriminati alla secure enclave (ed alle sue informazioni).
Dunque, se cambiamo il sensore del Touch ID (o il display al quale il sensore è abbinato) in un centro non autorizzato da Apple, l’iPhone fornisce l’errore 53 e si blocca diventando inservibile. Limitarsi a disabilitare l’accesso ad alcuni dati in assenza di un Touch ID originale, o avvertire prima e in modo più chiaro rispetto ad un banale “errore 53” era chiedere troppo, forse.