Galaxy Note 6, con moduli, scansione dell’iride e impermeabilità?

Riprendono i rumors sul prossimo top di gamma della coreana Samsung. Il Galaxy Note 6, phablet ad uso professional, potrebbe avere la scansione dell'iride, i moduli come l'LG G5, e le certificazione IP68.

Galaxy Note 6, con moduli, scansione dell’iride e impermeabilità?

Più passa il tempo e più si accumulano le indiscrezioni sul prossimo phablet della Samsung, il Galaxy Note 6, destinato – come i precedenti – all’utenza business. Vediamo con ordine le caratteristiche più o meno probabili che potrebbe annoverare in base ai più attuali rumors a tema.

SamMobile, portale da sempre molto preciso nel fornire dettagli sul mondo Samsung, ha rivelato che quasi sicuramente il prossimo phablet professionale della Samsung dovrebbe avere la certificazione IP68 che garantisce la resistenza alla polvere, all’acqua, alle immersioni sin oltre 1 metro di profondità. In verità tale indiscrezione è piuttosto probabile visto che, di recente, l’azienda di Seoul ha già introdotto tale feature nei suoi Galaxy S7: certo, per la serie Note sarebbe una novità, questo sì.

Tra le altre caratteristiche probabili, sulle quali si è ampiamente speculato nelle scorse settimane, ci sono anche quelle su display, RAM e postcamera: il display dovrebbe essere un Amoled da 5.8 pollici, la RAM potrebbe spingersi fino a 6 GB e lo storage sino a 256 GB. La postcamera dovrebbe arrivare a 12 megapixel e, a questo punto, non sarebbe assurdo che adottasse la medesima tecnologia DualPixel già vista sempre nella serie S7.

Passando, invece, alle caratteristiche meno sicure di questo Note 6 che (al contrario del Note 5) dovrebbe sbarcare anche in Europa, vi è quella prospettata dal portale GalaxyClub. Quest’ultimo ha scoperto che Samsung avrebbe inviato, a scopo di ricerca e sviluppo, 200 “iris cam” nei suoi laboratori locali in India. Considerando che, ormai, è già uscito l’S7, potrebbe darsi che le fotocamere con scansione dell’iride siano destinate proprio al Note 6, almeno come idea prototipale. Il problema è che i sensori ottici di impronte sono stati finalmente migliorati in precisione e rapidità mentre i tentativi di inserire uno scanner dell’iride negli smartphone, vedi il Fujitsu Arrows della scorsa estate, non hanno mai convinto del tutto.

In ultimo, diverse fonti dell’ultim’ora ipotizzano che Samsung potrebbe rendere il suo Note 6 il primo device modulare di casa: la modularità in questione sarebbe adoperata per potenziare alcune feature come la fotocamera, la durata della batteria, o l’audio degli altoparlanti. Insomma, la stessa strada già intrapresa con LG con il suo LG G5 (in cui moduli sono gli LG Friends). Samsung, dunque, si arrischierebbe ad introdurre la modularità sul suo prossimo business phablet?

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