Abbiamo visto come sia piuttosto difficile ottenere smartphone che abbiano un’autonomia maggiore di un giorno: questo perché la tecnologia delle batterie si evolve ad un ritmo più lento rispetto a quella di tutte le altre componenti e funzionalità dello smartphone.
Per questo motivo ci si arrangia come si può, con cover dotate di batterie supplementari o con power bank esterne: sempre più device, inoltre, adottano la ricarica rapida. Come dire: se proprio mi si deve scaricare subito, che almeno possa ricaricarlo in un battibaleno.
Per fortuna le cose potrebbero cambiare grazie alle ricerche di un team operativo presso la Pohang University of Science and Technology (Corea del Sud): lo staff di ricerca in questione avrebbe realizzato una batteria fuel cell, capace di generare energia da materiali come l’idrogeno senza che sia necessaria una combustione termica.
In pratica, attraverso l’elettrolita, gli ioni di ossigeno verrebbero portati all’elettrodo che, quindi, si ricaricherebbe: in questo modo l’idrogeno verrebbe trasformato celermente in energia elettrica. Ottimo, non fosse che in questi casi si utilizza – come elettrodo – il silicio che, però, ha accusato una intensa degradazione nelle fasi di ossidazione/riduzione. Una batteria di questo tipo, quindi, pur essendo molto piccola, adatta a diversi device mobili, molto semplice ed esente da perdite di elettrolita, non potrebbe essere usata in quei device, come gli smartphone, che subiscono veloci fasi di accensione/spegnimento.
La soluzione è arrivata usando una tecnologia a base di acciaio inossidabile poroso che oltre a NON essere ossidabile è anche più resistente – termicamente (minima capacità termica) e meccanicamente – in relazione all’elettrolita a film sottile utilizzato in questo genere di pile. Il risultato è una batteria che, collocata – ad esempio – in uno smartphone, consentirebbe di alimentarlo per almeno 7 giorni.
Attualmente, tra gli usi previsti della batteria in questione, nota come “SOFC” (solid oxide fuel cell), rientra anche la possibilità di utilizzarla nei droni per alimentarne voli della durata di oltre un’ora.