Finalmente, dopo un periodo in cui i rumors avevano perso i crismi dell’originalità, emerge una novità piuttosto interessante a proposito delle feature in dotazione ai prossimi iPhone. Secondo alcune fonti provenienti dall’Asia, infatti, sembra che lo scanner dell’iride potrebbe sbarcare anche su quello che sarà l’iPhone del 2018.
Lo scanner dell’iride è già adottato da una sparuta serie di device mobili. Ha tali costi di realizzazione e limitazioni che può dirsi una tecnologia di sicurezza piuttosto elitaria. Con Samsung, le cose potrebbero cambiare: la casa di Seoul, infatti, adotterà proprio lo scanner dell’iride sui suoi nuovi Galaxy Note 7 e questo potrebbe contribuire nel far affermare questa tecnologia anche presso la tecnologia di massa.
Più precisamente, la prossima grande azienda a implementare una tal tecnologia biometrica sui propri device potrebbe essere la Apple. A svelarlo è la rivista DigiTimes, abituata a indagare le novità – riguardanti tecnologia, elettronica e comunicazioni – che provengono da Taiwan e dal gigante cinese. DigiTimes sostiene che la Apple potrebbe includere un sensore biometrico come quello della Samsung (previsto per il Note 7) in un suo prossimo melafonino: in questo modo si potrebbero sbloccare i dispositivi, autorizzare i pagamenti ed accertare l’identità degli utenti con una maggiore velocità rispetto allo scanner delle impronte digitali. Il tutto, poi, senza la necessità di toccare alcuna area dello smartphone: questo, è facile capirlo, eviterebbe tutti i problemi connessi con le dita unte, bagnate e sporche (frangenti che, di solito, mandano “in palla” il Touch ID).
Tuttavia, tale innovazione non sbarcherebbe nell’immediato. Sappiamo che l’iPhone 7 previsto per il Settembre 2016 sarà un minor upgrade molto simile, esteticamente, ai predecessori rispetto ai quali avrà qualche leggera miglioria hardware. Novità maggiori dovrebbero arrivare con l’iPhone 8 destinato a celebrare – nel 2017 – i primi 10 anni di melafonini: dell’iPhone 7 si vocifera che sarà in “metallo liquido” (o totalmente rivestito di vetro), con un frontale senza cornici grazie display (Amoled) edge-to-edge che celerà la fotocamera frontale e il Touch-ID, con un processore A11, e con la ricarica wireless.
La novità di cui parliamo, però, non arriverebbe neanche con il modello del 2017 ma aspetterebbe ancora, sino al 2018, perché occorre tempo per far fronte agli inevitabili limiti della scansione dell’iride: quest’ultima è certo precisa perché l’iride può tradursi in una sequenza casuale caratteristica e specifica per ogni persona, tuttavia non funziona in condizioni di scarsa luminosità, in casi di operazioni oculari, quando si hanno gli occhi gonfi o adulterati da alcool o droghe.
DigiTimes, però, va detto, per quanto spesso “sul pezzo”, non è sempre accurata e, sovente, ha citato elementi che, poi, si sono rivelati privi di fondamento nella realtà.
In questo caso, però, sembrerebbe che l’indiscrezione sullo scanner dell’iride possa dirsi “confermata” (seppur non ufficialmente): in un dossier del 2014, il portale 9to5Mac aveva sostenuto che Apple stava occupandosi di come migliorare la scansione dell’iride sfruttando, magari, i classici sensori a bordo degli iPhone (come la bussola e l’accelerometro) e, di recente, l’analista principale di KGI (Ming-Chi Kuo) – in un suo report – spiegava che Apple voleva spingersi in un livello superiore della sicurezza biometrica grazie alle tecnologie di scansione dell’iride e del volto (mappatura 3D).