Il 5 settembre arriva negli scaffali delle librerie il romanzo Una ragazza d’altri tempi (Newton Compton Editori. Pag. 512). È scritto da Felicia Kingsley, un’autrice di bestseller da oltre un milione e mezzo di copie e spesso presente anche nelle classifiche italiane. In questo nuovo lavoro, la scrittrice presenta un tema che trova spazio tra l’attualità e il ‘vorrei ma non posso’.
Insomma e secondo la tesi proposta, a molte ragazze, probabilmente, piacerebbe vivere nella Londra di inizio ’800. In quel tempo non mancavano di certo i balli, le feste e gli inviti a corte. L’autrice fa capire che per quanto tecnologicamente avveniristico, l’ambiente sociale odierno – in particolar modo quello eurocentrico – non offra mondi che sono stati o semplicemente vagheggiati. Pertanto, fra le eventuali donne così orientate, la Kingsley vi ha messo Rebecca Sheridan. Lei è una ragazza alla quale la vita frenetica del ventunesimo secolo va stretto.
Questo, nella sua visione, significa zero spazio personale per una vita che vorrebbe più centrata sui propri bisogni. Fra le critiche che sente di far circolare fra le pagine del romanzo, Rebecca non risparmia quelle indirizzate all’altra metà del cielo. Le mancano i modi che sognava da adolescente, quelli che fanno di un incontro quello definitivo, o perlomeno qualcosa per cui valga la pena spendersi: le sembra che gli uomini abbiano perso la capacità di corteggiare. O, nella loro incapacità di staccarsi dal web, l’abbiano dimenticata come una sciarpa poggiata sul tavolo di un autogrill.
Le aspettative di Rebecca
Sicuramente, a un attento esame della protagonista, le sue aspettative sono anche legate a una formazione professionale che non può non incidere sulla sua visione di un mondo idealizzato. La donna è una brillante studentessa di Egittologia; ama perdersi fra le pagine di storie che scorrono come acque nuove nei libri in stile romance Regency. Con presupposti del genere non fa fatica, il lettore, a seguirla in una situazione straordinaria.
In seguito alla partecipazione di una rievocazione storica in costume, le accade qualcosa di misterioso. Una porta del tempo si apre e l’accoglie, portandola nella Londra del 1816. Dopo aver cercato di maneggiare il forte shock iniziale, si convince che – qualunque sia la forza occulta che l’ha trasportata in un mondo che non pensava esistesse più – l’occasione che le si para davanti debba essere commutata in un evento positivo.
Rebecca riflette sul fatto di poter diventare la debuttante più contesa dagli scapoli dell’alta società. È un buon inizio di programma e lo potrà mettere in atto tra un tè e una passeggiata a Hyde Park. Ma il destino gioca le carte a suo modo. Così se da un lato l’ha spinta indietro, in un tempo che lei ha sempre sognato, il bisogno di Rebecca volto a incontrare il romantico Mr Darcy si scontra con – invece – quello dell’uomo meno raccomandabile della Londra dell’epoca, un certo Reedlan Knox.
Quest’ultimo ha una reputazione a dir poco corrotta; è una specie di corsaro dal fascino oscuro. Una signorina per bene come Rebecca non dovrebbe proprio frequentare ceffi del genere. Ma al fato considerazioni così organizzate interessano poco. O, forse, in quell’avventura che ha come quinte un’epoca irraggiungibile per i lettori, una logica nascosta esiste. Infatti, quando Rebecca riesce a introdursi nel mondo dei potenti, essa scopre segreti disonesti e trame equivoche che viaggiano nei meandri dell’aristocrazia. A quel punto il suo senso morale le impone un’azione risolutiva. E sarà aiutata proprio da Reedlan Knox.