Jim Harrison è stato uno dei più talentuosi scrittori contemporanei americani, spesso paragonato per il suo estro e la sua personalità scostante e problematica alla figura di Ernest Hemingway (i parallelismi di certo si possono trovare nel loro comune amore per l’alcool, la caccia e la pesca ma lo stesso Harrison ha spesso definito la scrittura di questo autore “come una stufa che non scalda abbastanza”); si è spento lo scorso 27 marzo, il giorno di Pasqua, all’età di 78 anni per un attacco di cuore nella sua casa in Arizona, precisamente nella cittadina di Patagonia.
L’autore americano aveva immaginato in modo assai diverso la fine della sua vita nel suo ultimo libro “The Ancient Minstrell”, pubblicato recentemente negli Stati Uniti, scrivendo: “Incontro una graziosa ragazza in pantaloncini verdi che mi nota mentre sta facendo jogging: la vedo apparire sopra la mia testa e mi viene in mente che sono nato e morirò tra le gambe di una donna”.
Il desiderio di un uomo che ha sempre vissuto tra le pagine dei suoi romanzi, con intensa passione ed emozione come i protagonisti nati dalla sua penna, basti pensare al Tristan (interpretato in modo magistrale da un giovane Brad Pitt nella versione cinematografica del romanzo “Vento di passioni” diretta da Edward Zwick) di “Legends of the Fall” logorato dalla sua inquietudine interiore. Una vita segnata sin dall’infanzia, quando, a sette anni, una sua compagna di scuola gli accecò un occhio mentre giocavano: un incidente che lo portò a vivere un’adolescenza ai margini, senza contatti con i ragazzi della sua età.
Nato nel 1937 in un piccolo paesino del Michighan, Harrison ha realizzato un repertorio letterario in cui si contano oltre una trentina di libri e scritti tra romanzi, racconti, saggi e memoir; inoltre, ha collaborato come sceneggiatore a diversi film hollywoodiani (ad un suo racconto si ispira “Revenge – Vendetta” con Kevin Kostner, e da un suo romanzo è stato tratto “Wolf – La belva è fuori” con Jack Nicholson e Michelle Pfeiffer). Nel 2007 è stato inserito nella “American Academy of Arts and Letters”, la più prestigiosa delle onorificenze statunitensi.
Harrison è stato uno dei pochi autori che ha saputo raccontare attraverso i suoi scritti i continui contrasti che regolano i fragili rapporti tra natura e civiltà, tra la genuinità degli istinti e delle passioni e la falsità delle convenzioni sociali, regalando ai lettori intense emozioni e riflessioni.