Primo Levi e la sua lettera inedita in cui spiegò Auschwitz ad una bambina

L'autore di "Se questo è un uomo" ebbe il coraggio e l'abilità di saper spiegare gli orrori dell'Olocausto ad una bambina di soli 11 anni con una lettera inedita.

Primo Levi e la sua lettera inedita in cui spiegò Auschwitz ad una bambina

Negli ultimi tempi è stata resa nota una storia che ha a che fare con Primo Levi, il famoso scrittore torinese che scrisse “Se questo è un uomo“. Su La Stampa, Monica Perosino ha raccontato, qualche tempo fa, un episodio di quando era bambina. Da piccola, infatti, lesse il romanzo “Se questo è un uomo” e, dopo averlo letto, sentì il bisogno di scrivere una lettera a Primo Levi per chiedergli alcune spiegazioni in merito alle vicende raccontate nel libro e non solo, con tutta la tipica ingenuità che poteva avere una bambina di soli 11 anni.

Primo Levi rispose a questa lettera e lo fece in un giorno molto particolare: il 25 aprile, il giorno della Festa della Liberazione italiana dal neofascismo. Monica Perosino scrisse a Primo Levi per una ragione ben precisa: voleva capire per quale motivo nessuno fosse riuscito a fermare prima l’Olocausto e se i tedeschi erano davvero cattivi.

Nella sua lettera di risposta, Primo Levi dichiarò: “A mio parere sarebbe assurdo accusare tutti i tedeschi di allora […] È però certo che una grande maggioranza del popolo tedesco ha accettato Hitler, ha votato per lui, lo ha approvato ed applaudito, finché ha avuto successi politici e militari; eppure, molti tedeschi, direttamente o indirettamente, avevano pur dovuto sapere cosa avveniva, non solo nei Lager, ma in tutti i territori occupati, e specialmente in Europa Orientale. Perciò, piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria, perché chi voleva veramente conoscere la verità poteva conoscerla, e farla conoscere, anche senza correre eccessivi rischi.

E’ proprio in quell’ “ignoranza volontaria” che si può ritrovare e riconoscere la banalità del male, quella che si appoggia e si adagia ad una situazione perché essa non tocca da vicino e personalmente. Primo Levi si diplomò e si laureò in fisica durante l’epoca del Fascismo.

Levi aveva origine ebraiche, per cui dovette affrontare non poche difficoltà a causa delle leggi razziali, ma riuscì a discutere la sua tesi in fisica e successivamente si alleò con i partigiani. Fu catturato dai nazisti e fu mandato ad Auschwitz, dove fu uno dei venti sopravvissuti.

Primo Levi morì poi nel 1987. Fu trovato morto nella tromba delle scale, non si sa se a causa di un’incidente o per un suicidio.

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