Paolo Villaggio: ad un anno dalla morte, esce il suo libro inedito

“Italiani brava gente… ma non è vero!” è il libro inedito del maestro dell’umorismo italiano morto lo scorso 3 luglio 2017. Ritrovato dai figli nell’archivio di famiglia, descrive vizi e virtù del nostro popolo.

Paolo Villaggio: ad un anno dalla morte, esce il suo libro inedito

È passato esattamente un anno dalla scomparsa di Paolo Villaggio, l’attore che ha interpretato la maschera italiana più famosa del Dopoguerra, l’inossidabile ragionier Ugo Fantozzi. Per gli orfani di questo personaggio, in libreria è già possibile acquistare il suo libro inedito, un’opera postuma del grande attore genovese, colui che meglio di tutti ha saputo descrivere vizi e virtù del popolo italiano.

Italiani brava gente… ma non è vero!”, richiama, ma solo nel gioco di parole, il film di Giuseppe De Santis del 1965 “Italiani brava gente”. Ritrovato dai figli tra le numerose carte lasciate dal genio dell’umorismo nostrano, riporta anche una prefazione ed una postfazioni redatte dal ragionier Fantozzi.

Con quest’opera, Paolo Villaggio si conferma ancora una volta un’artista capace di far risaltare i difetti congeniti di un intero popolo. Come da suo stile, il libro è stato scritto al fine di realizzare uno “scanzonato e spietato ritratto dei vizi e delle supposte virtù italiche”.

Emergono quindi diversi aspetti che contraddistinguono il modo di vivere degli abitanti della Penisola, come la vanità, l’arte di fingere, il rapporto controverso con il sesso e la tecnologia, e non da ultima l’ostilità verso la politica. Villaggio ricorda che siamo “un paese ignorante televisivo, pieno di contraddizioni, pieno di Mafia, di Camorra, di tangentisti, di ladri, penultimo in Europa”.

A rincarare la dose ricorda poi che “qui da noi, da sempre, c’è un’abitudine radicata profondamente nella nostra cultura: non si dice mai la verità, soprattutto quando si parla di sé. Come di consueto, con il suo proverbiale cinismo apprezzeremo la sua innata capacità di stilare l’identikit del perfetto italiano, facendo affiorare il peggio che ciascuno di noi riesce a custodire gelosamente nell’intimo più profondo.  

Come ricordato dalla figlia Elisabetta: “Era un libro che papà aveva quasi finito, avendo lavorato e dettato fino alla fine: abbiamo raccolto il materiale, mamma ha interpretato la sua scrittura e ci siamo divertiti a rileggere queste osservazioni di varia umanità”.

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