New York 2140: un libro post apocalittico per Kim Stanley Robinson

Un disastro climatico si è abbattuto sulla metropoli per definizione, New York. L’evento porta alcuni suoi abitanti – quelli residenti a Madison Square – a considerare la situazione come occasione per estendere ulteriormente l’aspetto capitalistico.

New York 2140: un libro post apocalittico per Kim Stanley Robinson

La catena di eventi che influenzerà l’esistenza dei newyorkesi è racchiusa in “New York 2140”, ultima pubblicazione di Robinson. Chi si chiedesse cosa possa diventare/rischiare il mondo di oggi – in un futuro non lontano – troverebbe delle risposte. È di certo un romanzo che infonde spavento. Perché e per quanto il suo contenuto sia il prodotto di uno scrittore, le “verità” proposte, le problematiche presentate e tutto il coacervo di tesi sostenute fra le sue pagine, sono abbastanza sovrapponibili a certi avvenimenti che girano intorno. Ora.

Una città distopica

Tuttavia, il narratore pare anche alquanto fiducioso. Insomma, forse un giorno – si spera non lontanissimo – gli umani miglioreranno. Il libro “New York 2140” di Kim Stanley Robinson (Fanucci Editore, pp. 662), fa un grande uso di descrizioni analitiche. Descrizioni che riguardano l’aspetto spettacolare di una città lanciata in un’epoca distopica. Pensare a una New York in preda a qualche cataclisma, in fondo e grazie ai tanti film e racconti che se ne sono occupati, non è una novità assoluta.

Tra Venezia e set cinematografico

Quindi, l’intera città americana per antonomasia, con le sue strade sommerse che la fanno somigliare a una Venezia statunitense, dipingono un paesaggio affascinante ma , in fondo, legato a certa cinematografia. Lo stesso vale per i grattacieli che spuntano come funghi incredibili e accarezzati dallo sciabordio dell’acqua. Tuttavia, nel contesto presentato da Kim Stanley, c’è qualcosa che marchia in maniera particolare la distopia che aleggia sulla città in preda al liquido.

Una visione anti calamità

Il fatto è che, come per reazione, il disastro climatico che si è abbattuto sulla metropoli porta alcuni suoi abitanti – quelli residenti in un palazzo di Madison Square – a considerare l’evento come opportunità(!) per sviluppare ulteriormente l’aspetto capitalistico e sociale. Quindi, fra le pagine di questo testo e nella catastrofe in atto, dove altri individui vedrebbero solo problemi, è attiva, invece, un’altra visione.

Capitalismo e aspetto sociale

Infatti, il negoziante di questa speciale zona di “New York 2140” pare scoprire nuove occasioni di lavoro; l’amministratrice del grattacielo non si fa coinvolgere più di tanto dal rumore dell’acqua e dai palloni sonda che girano in cielo, è sempre pronta a controllare e a studiare i dettagli della gestione; perfino agli investigatori non mancano casi da risolvere. Insomma, anche in piena sciagura in corso, l’umanità proposta è alle prese con l’ottimizzazione del guadagno.

Continua a leggere su Fidelity News