La dipartita dello scrittore cileno Luis Sepùlveda, causata dal Covid-19, ha lasciato sgomenti e rammaricati tutti i suoi lettori, ma soprattutto la moglie, che ha perso il compagno di una vita. Pino Boero, insegnante di letteratura per l’infanzia e pedagogia della lettura alla facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Genova, racconta, intervistato da Il fatto quotidiano, l’importante lezione dello scrittore.
Boero, oltre ad essere professore, è anche scrittore e conosce molto bene i lavori e le opere di un altro grande autore, ovvero Gianni Rodari. Per quanto riguarda Sepùlveda, afferma che era uno scrittore universale, le cui storie appassionavano chiunque, grandi e piccini. Un autore che, con le sue opere, secondo Boero, ha sempre messo al centro l’infanzia, i bambini e il loro mondo, facendo in modo che recepissero certi messaggi e lezioni.
Con le sue opere ha appassionato anche gli adulti, raccontandosi e facendo in modo che si avvicinassero maggiormente ai bambini. Secondo Boero, “Sepùlveda ha saputo guardare fuori di sé, guardare gli altri e allargare l’idea della conoscenza che non è quella che fa perno sul proprio ombelico. In questo modo lui è riuscito a parlare agli adulti e anche ai bambini”.
Inoltre, nelle opere dello scrittore cileno, l’ironia è una sorta di salvavita, l’altra faccia della tragedia umana e la maggior parte dei suoi personaggi sono molto ironici. Inoltre, Sepùlveda ha sempre avuto un rapporto simbiotico con i suoi personaggi, riuscendo anche a staccarsi da loro raccontando i loro pregi e difetti, compreso il loro bagaglio culturale.
Secondo Boero, lo scopo di Sepùlveda era quello di raccontare storie. Non aveva mai un intento moralistico o didascalico, al contrario, voleva semplicemente che i suoi lettori le conoscessero. Inolre, “non aveva mai una missione sgridata” ed è questo il ricordo migliore di Boero e quello che gli mancherà maggiormente.