"Le campane di San Pietroburgo", libro d’esordio per Jessica Marchionne

Una storia per fantasticare e sognare situazioni di difficile attuazione, ma che Jessica Marchionne presenta con abilità e passione. Magia e realtà, distese fra le pagine, trovano un compromesso.

"Le campane di San Pietroburgo", libro d’esordio per Jessica Marchionne

Esce il 20 febbraio 2021 e si intitola “Le campane di San Pietroburgo” (Words Edizioni). L’autrice è Jessica Marchionne, appassionata lettrice di fantasy e romanzi storici. Non per niente in questo suo primo libro – sostanzialmente il suo esordio nel mondo della letteratura – ha come contesto un luogo, la Russia, che già di per sé rappresenta un territorio dove idealmente tutto è possibile, nel bene e nel male. Il tutto si svolge nella nazione che rimanda a due nomi importanti per la storia dei russi, ma ovviamente anche per quella mondiale: Lenin e Stalin.

Il romanzo mescola, con maestria finzione, realtà e romanticismo. Una ricetta, quella della scrittrice nata a Sezze, che funziona. Altri ingredienti che contribuiscono al buon risultato finale sono la citazione dei Romanov, portatori di quella fierezza imperiale che in altri tempi rappresentava un valido biglietto da visita; poi l’allure esuberante di un paesaggio costituito  da neve, rose e sangue, ovvero una commistione di meteorologia, flora e liquidi vitali che quasi debordano dalle pagine.

Con delle premesse del genere il plot, con tutti i suoi colpi di scena e avvenimenti, è pronto per essere servito. Certo, al giorno d’oggi ai bambini si regalano cose strabilianti e difficilmente rintracciabili in altre situazioni temporali. Tuttavia, ciò che si propone di ottenere il piccolo protagonista del romanzo di esordio di Jessica Marchionne non sarebbe realizzabile nemmeno in epoca odierna. Infatti chiede qualcosa fuori portata ma comunque attuabile in un romanzo.

La trama e i protagonisti

L’idea di base dello scritto è che possa esistere un diario dove tutto quello espresso, vergato, sia passibile di tramutarsi in azione tangibile. Quindi, fra le righe di “Le campane di San Pietroburgo”, si fa strada questo concetto che inizia attraverso un regalo fatto al personaggio principale. Il fratello si chiama Ivan. È questo che dà in dono il diario magico a Viktor.

Il piccolo ringrazia e, credendoci fermamente, esprime il desiderio di diventare zar. Intanto arriva la guerra. Come succede in tutti conflitti, nessuno è esente dai suoi effetti negativi e penalizzanti. Tantomeno la famiglia dei due fratelli, che da sempre vive nell’indigenza. Infatti, tralasciando il suo affetto di genitore, il padre decide per il più piccolo un destino infame.

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