‘La vita bugiarda degli adulti’, il nuovo libro di Elena Ferrante

Una donna, arrivata a un certo punto del suo percorso terreno, prova a girarsi. Osserva il suo passato. Magari trova degli eventi notevoli che le sono sfuggiti. Insomma, ogni essere umano ha il diritto di poter dare un senso all'esistenza.

‘La vita bugiarda degli adulti’, il nuovo libro di Elena Ferrante

Elena Ferrante è pronta per la pubblicazione di un nuovo romanzo. Il libro titola “La vita bugiarda degli adulti” (Edizioni E/O) e uscirà nelle librerie il 7 novembre 2019. È un’opera che riassume un’avventura esistenziale ancora in fieri, quella della protagonista.

L’autrice di questo ultimo scritto è conosciuta come scrittrice di best sellern e, nel suo caso, pubblico e critica spesso viaggiano di pari passo. Fra le sue opere più rappresentative si potrebbe citare “La figlia oscura” (2006), che tratta la tematica principale presente in molte altre sue opere; l’argomento principe dalla Ferrante pare sia quello legato alla psiche femminile.

Infatti non è difficile incontrare altri titoli che avallino questa tesi: la popolare pubblicazione che si presenta con il titolo di “L’amica geniale” (che nella sua prima versione è realizzata con la fenomenale matita dell’illustratrice Mara Cerri); “Storia della bambina perduta” o, ancora, “Storia del nuovo cognome”, etc. Tutti libri dove la presenza femminile, se non è l’ago della bilancia, ha sicuramente una significativa preponderanza.

In “La vita bugiarda degli adulti” una donna cerca di tirare le somme del suo primo tratto di strada esistenziale. Da questa disamina si aspetta di avere delle risposte auspicabilmente positive. Ma sarà così? Il lettore capisce da subito la metafora dell’auto inganno sottesa alla ricerca della protagonista. D’altra parte è difficile dare un significato diverso a frasi che sono poste fra le pagine del romanzo come monoliti inattaccabili: “Nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione”.

Ma, a questo punto, il lettore è messo di fronte a due possibili scelte. La prima potrebbe essere quella di continuare la lettura trattando la materia raccontata come mera invenzione; quindi dare un semplice giudizio sulla qualità dell’intrattenimento ricevuto. Oppure, andare più a fondo. Seguendo la seconda tesi si arriva a uno spaccato psicologico che conduce direttamente nella realtà. E, quando si apprende che, “Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta”, tutto diventa più duro e amaro.

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