Zola, Mark e Todd sono quasi giunti alla fine del loro percorso di studi. Manca solo un semestre al fatidico traguardo della laurea in legge. Sì, hanno grossi problemi finanziari, le università private negli Stati Uniti hanno rette esose e gli studenti meno facoltosi devono chiedere dei prestiti per sostenerle, ma loro sono giovani e pieni di belle speranze, hanno l’idealismo di chi conosce la teoria, ma è ancora lontano dalla pratica, e anche, perché no, il desiderio di cominciare a mettersi in tasca dei soldi. I grossi studi di Washington pagano bene gli avvocati.
Il muro che all’improvviso li si para davanti è l’esame da avvocato che va sostenuto una volta laureati. Pare infatti che meno della metà degli studenti della Foggy Bottom Law School, l’università dove i tre hanno studiato, riesca a superare l’esame. Questo perché la scuola è scadente. È gestita da un investitore senza scrupoli che è anche socio delle banche specializzate in prestiti agli studenti universitari. La Foggy Bottom Law School è più interessata a fare soldi che a preparare adeguatamente gli avvocati di domani.
Zola, Mark e Todd, frustrati, arrabbiati e sommersi dai debiti, decidono di lottare, non possono arrendersi e buttare alle ortiche anni di studi e sacrifici, e poi i creditori sono lì con il fiato sul collo. Cercano di combattere la truffa con le sue stesse armi, ne ordiscono a loro volta una fingendosi veri avvocati. D’altronde, con tutti quegli anni di studio, ne hanno almeno le basi, no? Il loro studio non sarà un ufficio elegante in una zona esclusiva di Washington, ma il Rooster Bar, il punto dove si ritrovano abitualmente.
L’ultima fatica letteraria di John Grisham è uscita in America nel 2017 con il titolo originale di Rooster Bar, qui da noi è pubblicato dalla Mondadori e disponibile nelle librerie dal 16 gennaio 2018. John Grisham è nel suo ambiente. Il thriller giudiziario è il genere che l’ha reso famoso e in cui ha dimostrato, grazie alla sua esperienza passata di avvocato, di sapersi muovere con estrema naturalezza. I colpi di scena sono ben distribuiti, la suspense non manca mai e la lettura è abbastanza veloce grazie allo stile dell’autore sempre funzionale al raccontare. I punti forti di uno scrittore di thriller e insieme le aspettative del lettore sono dunque confermati anche in questo libro. I tre protagonisti chiaramente vessati dalle ingiustizie sociali, entrano subito nelle simpatie del lettore, grazie anche allo scambio di battute che smorzano in alcuni punti la tensione.
In aggiunta agli ingredienti tipici del genere letterario a cui “La Grande Truffa” appartiene c’è una certa voglia di denuncia sociale. Il sistema universitario americano è infatti diverso dal nostro e spesso gli studenti accumulano grossi debiti e sono sottoposti a enormi sacrifici nella loro vita di studente-lavoratore per giungere al termine del loro percorso di studi. Sacrifici che un domani possono anche non essere ripagati con un lavoro sicuro e ben retribuito capace di far fronte ai debiti che non si estinguono certo con il solo conseguimento della laurea.
“Aveva finito il college con sessantamila dollari da restituire e senza lavoro. Suo padre, che all’epoca sembrava felicemente sposato ma era anche lui oppresso dai debiti, lo aveva messo in guardia dal proseguire gli studi. Aveva detto: «Diamine, quattro anni di università e un buco di sessantamila dollari. Molla prima che peggiori»”.