"La giusta distanza", il nuovo romanzo di Sara Rattaro

Nel libro "La giusta distanza" due personaggi che cercano di allontanarsi dal proprio inutile passato trovano la soluzione alleandosi per un futuro tutto da progettare.

"La giusta distanza", il nuovo romanzo di Sara Rattaro

Il nuovo anno, dopo l’abbandono del periodo festivo e il ritorno alla routine, a metà gennaio porterà negli store il nuovo romanzo di Sara Rattaro. Il titolo non prevede incongruenze, infatti titola, “La giusta distanza“, edito da Sperling & Kupfer.

Del resto, l’autrice ha da tempo segnalato ai suoi fan la sua predilezione per alcuni suoi titoli che non ammettono altre possibilità di interpretazione. Non per niente il suo primo libro pubblicato, è stato La sedia sbagliata. Sara arriva alla scrittura attraverso un percorso in parte accidentato e in parte no.

Infatti, la sua formazione scolastica è abbastanza allargata e accoglie indirizzi culturali anche lontani dal romanzo: si laurea prima in biologia, poi si avvicina a qualcosa di più vicino alla narrazione, scegliendo scienze della comunicazione. Fra le sue opere, si ricordano “Un uso qualunque di te”, “Non volare via”, “Niente è come te”, “Splendi più che puoi”, “L’amore addosso”, “Il cacciatore di sogni”, “Uomini che restano”, “Sentirai parlare di me”.

La forza del sentimento

In “La giusta distanza“, una parte importante del narrato tratta del sentimento che gli eventi della vita operano nella psiche. I protagonisti principali sono un uomo e una donna, con il bisogno di occultare un passato recente deficitario e di scarso spessore. I due sono in viaggio. Occupano due posti contigui nello stesso aereo.

Uno scossone improvviso del velivolo – nonostante un attimo prima fossero ambedue in compagnia dei propri problemi, sentiti come macigni da abbandonare – l’evento rimette tutto in discussione. Lui, d’istinto le prende la mano. Sono dei perfetti sconosciuti; non si sono nemmeno presentati; non sanno niente uno dell’altra.

Eppure si alleano per superare un evento incombente che, superata la fase più drammatica, li porterà verso una nuova visione dell’esistenza. La Rattaro ha immesso nel romanzo una metafora veramente vincente e di facile presa. Il panico che si insinua fra i passeggeri, è alla fine l’insicurezza esistenziale che l’uomo del terzo millennio nasconde nelle sue disparate e innumerevoli attività.

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