Un’intensa saga familiare che racconta le vicende di tre generazioni di una famiglia ebrea originaria della Galizia Polacca. Il capostipite David, fervente praticante e uomo illuminato decide di lasciare l’oscurantismo del suo villaggio e iniziare una nuova vita nella colta e raffinata Berlino. Accompagnato dalla moglie Lea. Riescono ad introdursi nei salotti della Berlino bene e a realizzare la tanto agognata ascesa sociale. Siamo ai primi del 900.
Il loro figlio Georg nasce e cresce sotto ogni buon auspicio, dopo un’adolescenza turbolenta riesce a trovare la sua strada e ad affermarsi come medico ginecologo nella più prestigiosa clinica della città. Georg però si allontana presto dai valori ebraici così fortemente radicati della sua famiglia sposando addirittura una gentile, una non ebrea (Teresa) creando una profonda rottura nel rapporto con suo padre.Sullo sfondo incombe l’ombra minacciosa dell’ascesa nazista.
Il figlio di Georg e Teresa, Jegor cresce in una Germania “risvegliata” in cui parate militari inneggianti il nuovo ordine sociale preannunciano il nuovo regime e le nuove leggi razziali e l’aria mortifera della città costringono la famiglia a lasciare tutto e trasferirsi in America dove dovranno ricominciare da zero. Il romanzo si snoda in un crescendo di pathos arrivando nella figura del giovane Jeorg a toccare punti di altissima commozione e struggimento. Jeorg è una figura ibrida, né ebreo né ariano, si ritrova, troppo giovane per capirne il senso, a subire il crescente antisemitismo diffuso e crescere nell’esclusione e nell’umiliazione, Jeorg rinnegherà suo padre, colpevolizzerà sua madre per aver sposato un giudeo. Lui che, nato e cresciuto in Germania, si ritrova in una condizione di ebreo pur non sentendone in alcun modo l’appartenenza, sentendosi “derubato” della sua metà ariana, ereditata dalla famiglia della madre.
Questo lotta interiore del ragazzo (che si porterà dietro anche in America) è talmente ben tratteggiata e riesce a coinvolgere così intimamente il lettore che ogni parola, ogni sentire del giovane crea un sussulto nel lettore.Il suo odio farà da motore alla sua caparbia volontà di rinnegare la famiglia paterna colpevole della sua condizione sciagurata e lo porteranno, in un crescendo di autodistruzione, a sposare follemente le teorie naziste contro la sua stessa razza.
L’opera è immensa, accorata, vivida, commovente. Inoltre ci fornisce uno spaccato di vita quotidiana degli ebrei in un’Europa spazzata via dalla follia nazista. E riabilita la figura di Israel Singer per troppo tempo rimasta all’ombra del più noto fratello Isaac.
Il finale è perfetto. Ne completa e sovverte il senso allo stesso tempo. E qui Singer fa un bellissimo regalo al lettore lasciandogli, dopo pagine e pagine di struggente compenetrazione alla parabola dei Karnovski, il privilegio della scelta.