"Il figlio del drago", il romanzo di Mimmo Parisi

L’attualità è presa d’assalto dallo scrittore Mimmo Parisi. Sotto la sua lente d’ingrandimento passano i pregi e i difetti della società del terzo millennio.

"Il figlio del drago", il romanzo di Mimmo Parisi

Esordio 2018 targato gotico per il cantautore Mimmo Parisi. La produzione però non riguarda l’aspetto musicale – ovviamente preponderante nell’artista bolognese – ma quello della pagina scritta. Infatti, una delle grandi passioni di questo rocker è la scrittura. Quindi, ecco il suo nuovo romanzo che titola in maniera cupa “Il figlio del drago”.  

Per intuibile contiguità l’aggettivo “cupa” porta direttamente nei pressi di una tipologia di narrazione abbastanza riconoscibile. Ovvero, quella gotica o comunque legata al fantasy che fa uso di arnesi come castelli medievali e personaggi notturni. Il recente lavoro (Editrice GDS, pagine 224, distribuzione Mondadori) è stato presentato negli store il 10 gennaio 2018. Pertanto e dopo gli incoraggianti risultati ottenuti con “Sono tornati i braccialetti rossi”, libro divulgato la scorsa stagione invernale, l’autore emiliano propone un altro target.  

Personaggi presenti nel libro 

Le figure che animano le pagine del testo sono molteplici. Sicuramente, da questo punto di vista, l’autore non ha lesinato nomi e cognomi. Senza citarli tutti, comunque, vale la pena segnalare almeno quelle che funzionano da cerniera fra i vari episodi che si snodano nel raccontato. Anche perché, esse sono riconoscibili nel vissuto esperienziale di qualunque lettore. I nomi in questione sono Giulia, July, il sindaco, Hans, il maresciallo. Alcuni personaggi sanno esattamente cosa cercano. Altri, come nella realtà, sono lì a ciancicare. Indecisi. Su tutto.

Va da se che la stragrande maggioranza dei lettori riconosceranno questo nome. Vlad Dracul – in particolar modo se si è appassionati di epica romantica e gotica – è il protagonista principale del Dracula del romanziere irlandese Bram Stoker. Infatti, il nome è stato mutuato proprio da quella storia: sicuramente un omaggio del Parisi appassionato di narrativa nordica. Tuttavia, se il nome è già conosciuto, non – ovviamente – il racconto che lo vede muoversi in uno scenario altro. 

Lo scrittore ha voluto simboleggiare con “Passo del Lupo” un’intera società. Nella “realtà” del romanzo esso è solo un piccolo centro urbano. Situato nel nord dell’Italia. Non ben identificato ma abbastanza credibile.

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