Giulio Massobrio, pubblicato il suo ultimo thriller "Il maestro del silenzio"

Tra duelli psicologici e avvenimenti inaspettati, "Il maestro del silenzio" presenta ai lettori un'intrigante narrazione, che li condurrà nei pressi di un evento internazionale dagli esiti imprevedibili.

Giulio Massobrio, pubblicato il suo ultimo thriller "Il maestro del silenzio"

Il libro “Il maestro del silenzio“, uscito ieri 9 luglio, edito da Rizzoli e costituito da 300 pagine, va a ingrossare  le pubblicazioni che si vedranno sotto gli ombrelloni dell’estate in corso. L’autore è Giulio Massobrio, autore di altri successi come A occhi chiusi” del 2011, “L’eredità dei santi” del 2013 e “Autobus bianchi” del 2016.

Di Massobrio si ricordano anche opere realizzate in tandem con Marco Gioannini, con il quale ha prodotto alcune notevoli divulgazioni legate all’ambiente della storia politica e militare italiana. Fra queste si citano Marengo. La battaglia che creò il mito di Napoleone” del 2000, e “Custoza 1866. La via italiana alla sconfitta” del 2003. Con lo scritto “Bombardate l’Italia. Storia della guerra di distruzione aerea 1940-1945”, del 2007al momento pare esaurita la collaborazione con Gioannini.

Per tornare all’attuale uscita, si tratta di un thriller di spionaggio che, prevedibilmente, otterrà il successo delle altre narrazioni precedentemente pubblicate. La trama del thriller si articola intorno a un’Europa in preda a una cappa di tensione e paura. I governi del vecchio continente hanno voluto programmare in una città italiana un evento di estrema rilevanza per la loro stessa esistenza: sicurezza nazionale e scambi economico-culturali sono piante che hanno bisogno di cure; pertanto gli statisti devono parlarsi e organizzare soluzioni adatte per le varie situazioni geo-politiche.

Ma forze occulte e asociali non sono favorevoli al progetto. Che il miglior strumento per chiarire la propria posizione – senza creare, laddove possibile, ritorsioni – sia la diplomazia, è un dato accettato da chiunque voglia raggiungere un punto d’incontro senza attività cruenti. La diplomazia e la comunicazione rappresentano un contenitore abbastanza ampio per poter ospitare le istanze di tutti. Per contro, i modi bruschi o la ferinità, non hanno a lunga distanza un futuro lucido.

È ovvio che le istanze di libertà imprigionate o limitate prima o poi romperanno gli argini di una diga tirata su male. Fuor di metafora, nel libro “Il maestro del silenzio, i terroristi che si oppongono all’incontro internazionale, non pare tengano in gran conto le precedenti riflessioni. Quindi, pensando di avere delle trovate mai sperimentate in precedenza da altri loro epigoni, progettano un attentato che metta nel caos l’intera Europa.

A questo punto, non c’è altro da fare se non promuovere l’intervento di qualcuno che sappia con cognizione ed esperienza cosa fare. Pertanto, è il momento di far entrare in azione l’unità zero dei servizi italiani, una squadra speciale formata da figure specializzate in qualunque cosa abbia a che fare con la ricerca scientifica applicata alle attività criminali, la quale conta nelle sue fila gente capace di azione, ma dotata anche di competenze psicologiche.

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