Coronavirus, boom di vendite per "La peste" di Albert Camus

In questo periodo emergenziale i libri rappresentano il passatempo di molte persone: in particolare c'è una grande richiesta, in questo momento, del romanzo di Albert Camus, "La peste".

Coronavirus, boom di vendite per "La peste" di Albert Camus

In questo periodo emergenziale dovuto al Covid-19 ci sono delle novità interessanti per quanto riguarda la vendita dei libri. In particolare l’accento deve essere posto intorno al romanzoLa peste, scritto da Albert Camus e pubblicato nel 1947. In qualche modo l’opera ha delle analogie con il periodo che stiamo vivendo. L’opera è ambientata negli anni Quaranta del Novecento, quando avviene la peste e vede come protagonista il dottor Rieux, che in qualche modo, rispecchia lo stesso Camus.

Il dottor Riex ritrova la causa della peste nell’assurdità della vita, ma ci sono anche punti di vista differenti. È il caso del prete Paneloux che ne attribuisce il motivo alla punizione divina, a testimoniare la precarietà della condizione umana. Un altro passaggio interessante concerne la morte di un bambino e, per via di questo grave evento, il dottor Rieux, alter ego di Camus, afferma: “Rifiuterò fino alla morte di amare questa creazione dove i bambini vengono torturati”. Tra l’altro la curiosità vuole che in quest’anno ricorrono i 60 anni esatti dalla morte di Albert Camus, venuto a mancare in circostanze tragiche nel gennaio del 1960.

L’introduzione della prima giornata del “Decameron”

Un’altra opera che sta destando attenzione in questo periodo porta il nome del Decameron di Giovanni Boccaccio. Si tratta di una raccolta di 100 novelle lette da tre uomini e sette donne che rispecchia in un certo qual modo ciò che stiamo vivendo con il Coronavirus. L’opera fa riferimento all’epidemia della peste nera, arrivata nel 1347 e diffusasi a Firenze nel 1348.

Boccaccio, nell’introduzione alla prima giornata, si concentra sulla descrizione della peste, evidenziando gli aspetti medico-sanitari. Può essere considerato fondamentale il passaggio nel quale viene spiegato che, per via delle tante paure dovute all’epidemia, evitano gli infermi: “Chi si chiude in casa con gli amici, nutrendosi di dilicatissimi cibi e ottimi vini ed evitando ogni lussuria; chi invece ritiene che l’unica medicina sia il bere assai e il godere”.

Ci sono altri passaggi drammatici che ricordano in qualche modo il periodo che stiamo vivendo, come ad esempio quando si parla dei cadaveri insepolti dei genitori dai quali i figli scappano. 

 

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