Bianca come il latte, rossa come il sangue- Il richiamo dell’empatia

Il libro di Alessandro D'Avenia da cui è stato tratto anche un film con protagonista Luca Argentero, tratta il tema della leucemia e della forza dell'empatia che permette ai protagonisti di comprendere le problematiche altrui.

Bianca come il latte, rossa come il sangue- Il richiamo dell’empatia

Bianca come il latte, rossa come il sangue. 

Beatrice è bianca di pelle e ha i capelli rossi. E’ rossa come l’amore ma bianca come un bicchiere di latte al mattino e la neve invernale. Eppure, non è come sembra. Beatrice è rossa perchè rossa è la parrucca che indossa ed è bianca perchè bianco è il colore del tumore che la porterà via dal mondo. Rosso è il sangue di Leo che vuole salvarla e si reca in ospedale per amarla e aiutarla, rosso è l’empatia di Silvia che ama Leo e vuole bene anche a Beatrice nonostante sia la donna che Leo ama. 

 

Rossi sono i cuori di questi ragazzi, protagonisti di una storia che è molto più che un semplice triangolo di amore e amicizia. La narrazione di D’Avenia esprime sacralità dell’animo umano e solidarietà tra giovani, amore immenso e non definibile proprio perchè empatico, speciale e magico. Sacro, osederi appunto dire. 

 

La mia è una recensione, un atto di fede, una promozione dell’empatia che ad oggi sembra essere scomparsa e che stamani mi è venuta in mente associandola a questo libro letto due volte, che a mio avviso sono troppo poche. Si parla di educare all’empatia, di educazione empatica e di intelligenza empatica ed emotiva.

 

Si dice che lo si deve fare perchè le aziende e il futuro lo richiedono. Beh, partiamo dalle scuole e dai libri, facciamolo attraverso gli insegnanti, i ragazzi e anche i bambini, la cultura, una canzone, un libro. Un’emozione. 

Creiamo nuovamente empatia. Non solo per il futuro e per dimostrare qualcosa ma perchè il presente ne ha bisogno e lo dobbiamo a noi stessi e agli altri. 

Come spiegare agli altri che un mondo fatto di empatia potrebbe essere il prototipo di un mondo migliore?

Da cosa partire per fare empatia vera e propria? Dall’etimologia del termine? No. Leo l’ha fatto semplicemente guardando un volto e associandolo all’amore. 

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