Fra i gialli e i thriller pronti per giungere negli store vi è Argylle (Mondadori), che esce in data 9 gennaio. L’autrice è Elly Conway. Dietro il titolo breve e agile si nasconde una storia, invece, dal temperamento mosso e capace di far appassionare il lettore che si farà trasportare con facilità all’interno delle pagine del romanzo. A condurre il filo della narrazione vi è un trio di personaggi abbastanza diversi tra loro, per non dire antinomici.
Il primo di questi, ovvero colui che dà l’imput al tutto, è una figura importante e potente nel mondo della finanza e dell’economia. Campi, questi ultimi, che trovano confini con la politica. Insomma, ancora un trio – finanza, economia e politica – che nel romanzo di Elly Conway creano equilibri e scompensi che si riverberano su un intero popolo e, per contiguità, fra le nazioni.
Il casus belli
A fare da contraltare al magnate dell’economia la scrittrice ha posto una figura femminile particolarmente versata per una materia che, nella stragrande maggioranza dei casi presenti in altri gialli, è affidata all’uomo di legge di turno. Si sta parlando di Frances Coffey, leggendaria responsabile della CIA. La perduta grandezza del passato è il grande cruccio del potente uomo d’affari russo.
Una grandezza che, secondo la sua visione, la Grande Madre Russia – con la sua impressionante estensione che la vede nazione confinante con quattordici stati, e con territori che ondeggiano tra il glaciale e il tropicale – deve riprendersi. Tuttavia la geopolitica cambia di continuo e, un sogno del genere non è di facile attuazione: non vi può essere niente di sicuro nel risultato se non il caos mondiale.
Aubrey Argylle
Frances Coffey è una leader ed è dotata di uno sguardo speciale nell’individuare le figure che possano affiancarla nelle grandi avventure. La donna più potente dello spionaggio mondiale si rende conto che fra gli agenti che ha a disposizione, per quanto valenti e preparati, nessuno di essi mostra le caratteristiche adatte per sventare il piano criminoso del russo. Ha bisogno di un individuo capace di agire con mentalità diversa da quella dei suoi collaboratori. La riflessione la porta a cercarlo fuori dalla cerchia ufficiale: solo lì troverà qualcuno scevro dalla preparazione accademica che ha livellato tutti gli agenti della Cia.
A questo punto, il nome che è più volte pronunciato da Frances è quello di Aubrey Argylle. È un personaggio che ha conosciuto e incontrato, in passato, durante la risoluzione di un evento drammatico. Ne ha ammirato l’arguzia. Si è informato su di lui. Ha saputo che la sua fanciullezza è stata segnata da una situazione negativa, che ha perso i genitori in un modo mai chiarito. Questo lo ha portato a essere dubbioso nei confronti degli altri; per questo è diventato scaltro e ha sviluppato un talento unico nell’essere decisionista: quando tutti arrancano per comprendere, lui sa già dove soffia il vento. Per Frances è lui, Aubrey Argylle, l’uomo giusto da contrapporre al folle progetto del magnate russo.