Il 2020 è l’anno in cui si celebra il centenario della nascita di un grande attore e regista quale Alberto Sordi. Sono tantissimi gli eventi e occasioni per commemorarlo. Dal museo nella sua dimora la cui visita è purtroppo rimandata a causa dell’emergenza Covid-19 sino al film con protagonista Edoardo Pesce andato in onda su Rai 1 per arrivare al documentario che andrà in onda su Sky Arte prossimamente. Ora esce un libro scritto dal cugino che svela retroscena e inediti dell’uomo.
“Alberto Sordi segreto” è il titolo del libro scritto dal cugino Igor Righetti, giornalista e scrittore che lo racconta in una veste inedita che sicuramente i suoi fan e chi lo ha sempre seguito non conosce. Il libro avrebbe dovuto uscire ed essere presentato il 9 aprile, ma per via dell’emergenza sanitaria, considerando che tutte le librerie sono chiuse, bisogna attendere ancora un po’. Online è già uscito il 30 marzo con copie fotografate e l’ebook.
Un libro che racconta l’uomo che si cela dietro la professione di attore e mette in luce le manie, i rimpianti, le passioni e anche le varie confidenze ad altri protagonisti del cinema italiano, quali Manfredi e Verdone, solo per citarne alcuni. Un libro arricchito da tantissime immagini e fotografie, alcune mai apparse in pubblico, riguardo la famiglia di Sordi.
Un libro che presenta anche delle rivelazioni intime e particolari come la relazione che ebbe intorno agli anni 70 con Patrizia De Blanck, oltre a testimonianze di medici, vari cugini, compreso anche personaggi quali Pippo Baudo, Rosanna Vaudetti e molti altri. Molti gli amici e le persone che lo hanno conosciuto.
Il libro svela anche particolari inediti quali i vestiti che gli comprava la sorella, la passione per la buona tavola, ricca di piatti semplici, come gli spaghetti con polpette al pomodoro, l’anguria o la Nutella che amava mettere nel caffelatte per dargli maggiore sapore e dolcezza. Infine, Righetti svela un grande rimpianto, non aver potuto essere candidato agli Oscar dall’Italia.
Un grande rammarico che Righetti racconta in questo modo: “Lui ci sperava ancora ad averne uno. Ci raccontò che Charlie Chaplin lo aveva ricevuto a 83 anni. Alberto, invece, è morto a quasi 83 anni, ma l’ambita statuetta non è mai arrivata”. Infine, tantissimi aspetti che riguardano la sua generosità, quanto sia stato accanto alle persone care nei momenti maggiormente difficili della loro vita.