È stato in silenzio stampa per trent’anni e se n’è andato nel silenzio lo scrittore e poeta Milan Kundera, famoso per il libro più letto del Novecento, “L’insostenibile leggerezza dell’essere“, a causa di una lunga malattia. Ne dà la notizia la sua patria, la Cecoslovacchia, in cui non fece più ritorno dal 1971; naturalizzato francese, Paese in cui fu esiliato.
Dissidente politico, da giovane si avvicinò alla musica studiando pianoforte, per poi laurearsi in cinema. Si iscrisse al partito comunista, ma ne fu cacciato a causa delle sue idee politiche. Il suo libro più celeberrimo, pubblicato da Adeplhi e molto letto in Italia, narra di quattro persone e dell’amore da cui è stato tratto anche un film con Daniel Day Lewis.
“La Francia è diventata la patria dei miei libri, e io ho seguito il cammino dei miei libri“, affermava l’autore a quell’epoca. Nel 1975 è emigrato in Francia, dove ha insegnato alle università di Rennes e di Parigi, città nella quale ha vissuto fino alla fine con la moglie Vera Hrabanková. Nel 1979, a seguito della pubblicazione de “Il libro del riso e dell’oblio“, gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca per aperta ideologia contro il regime dell’epoca.
Dopo la Primavera di Praga le sue opere sono state proibite in Cecoslovacchia; scrisse anche tre libri di poesia ed era nella lista degli insigniti al premio Nobel per la letteratura, che poi non ottenne. “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, il romanzo che si svolge a Praga negli anni intorno al 1968, descrive la vita degli artisti e degli intellettuali cecoslovacchi nel periodo tra la Primavera di Praga ed il periodo conseguente al Patto di Varsavia.
La storia si focalizza sul gruppo noto come il “Quartetto di Kundera“, composto da Tomáš, la sua compagna Tereza, la sua amante Sabina (una pittrice) e un altro amante di Sabina, Franz. Questi quattro personaggi vengono seguiti nelle loro vite fino alla fine. Tutto il libro ruota attorno a loro.