WhatsApp, Telegram, Signal, iMessage: una taglia di 500 mila dollari

Broker di attacchi informatici aggiunge al listino prezzi le tecniche per violare le app di messaggistica tra le più sicure. Una domanda che arriva dai governi.

WhatsApp, Telegram, Signal, iMessage: una taglia di 500 mila dollari

Dopo essere salite al podio del mercato per gli attacchi informatici, WhatsApp, Telegram, Signal, iMessage potrebbero far guadagnare ciascuno fino a mezzo milione di dollari. La taglia su queste app di chat è stata proposta dalla società americana Zerodium, broker di exploit (un codice che sfrutta una vulnerabilità) purché gli attacchi siano pienamente funzionali e rivolti alle più note app di chat e messaggistica installate su mobile.

Tutte queste app hanno implementato una cifratura forte (end-to-end, da dispositivo a dispositivo, tanto forte e sicura che nemmeno chi offre il servizio può violare) a difesa della sicurezza e della privacy dei clienti. Di qui l’interesse delle forze dell’ordine e dei governi, che non riescono a controllare come in passato le comunicazioni digitali. 

Zerodium è tra i broker più visibili di un mercato – quel mercato che sfrutta o ama le tecniche di vulnerabilità del software – un mondo questo che non è mai stato molto chiaro. Zerodium, fondata dal francese Chaouky Bekrar con base Washington, compra exploit e li rivende. Non si conosce chi siano esattamente i suoi clienti, ma la società afferma di trattare soltanto con governi occidentali o democratici e con importanti industrie della difesa e tecnologia.

Da qualche giorno, Zerodium ha aggiornato il listino degli attacchi e lo ha reso pubblico. Desiderosa di fare acquisti da hacker di tutto il mondo offrirebbe fino a 500 mila dollari per ottenere le tecniche che permettano di attaccare da remoto (RCE, Remote Code Execution) Signal, Telegram, WhatsApp, iMessage, oltre a Viber, Facebook Messenger, WeChat, e di accedere a tutte le risorse (LPE, Local Privilege Escalation). In poche parole, l’azienda vorrebbe ottenere il codice che permette di leggere le conversazioni che avvengono via chat e se possibile controllare tutto il dispositivo. Il venditore internazionale di exploit The Grugq, ha twittato :“Le app mobili sono ben isolate (sandboxed), rispetto al desktop, ma le app prese di mira – soprattutto di chat – danno un accesso completo ai dati rilevanti”.  

La richiesta di questi codici viene proprio dai governi, ha raccontato Bekrar a La Stampa. “Abbiamo aggiunto le app di messaggistica su mobile alla nostra lista perché i governi che sono nostri clienti hanno bisogno di risorse zero-day che gli permettano di tracciare criminali e terroristi che utilizzano app come Telegram e Signal“. L’utilizzo da parte dei governi è quasi sempre di tipo investigativo, di intelligence o di cyberguerriglia. Purtroppo non esiste, in questo campo, alcun tipo di trasparenza e di controllo sull’utilizzo ultimo dei codici.

Tra i dispositivi che più si vorrebbero controllare gli iOS di Apple, per i quali la taglia arriva anche a 500 mila dollari. L’attacco dovrebbe essere in grado di eseguire un jailbreak (disabilitare la protezione e installare un malware) da remoto su questi apparecchi, senza che l’utente faccia nulla (no click): per qualcosa del genere, Zerodium è disposta a pagare 1 milione e 500 mila dollari. Se invece è necessaria l’interazione con un click su un link, il prezzo scende a 1 milione. Per i dispositivi Apple, ci sono così nuove app di messaggistica, che valgono 500 mila dollari (come anche le app di email, sms/mms). Per attacchi via browser Chrome, Safari, documenti, file media, processori baseband, l’offerta scende a 150 mila dollari. 

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