Wearable per tutti i gusti, con gli smartwatch Gokoo M11 e AllCall W2, e la smartband Zeblade PLUG C

Il sempre più affollato mercato dei wearable, all'ombra della grande Apple, propone diverse soluzioni valide sia in ambito smartwatch, come i recenti Gokoo M11 e AllCall W2, che sul versante fitness band, con la low cost Zeblade PLUG C.

Wearable per tutti i gusti, con gli smartwatch Gokoo M11 e AllCall W2, e la smartband Zeblade PLUG C

Non v’è dubbio che l’ingresso nel settore di Apple, abbia col tempo sbloccato il mercato dei wearable che, in particolare tra smartwatch e fitness band (senza trascurare gli stilosi orologi ibridi), sembra sempre più ricco di alternative e gravido di funzionalità, proprio come nel caso dei Gokoo M11, AllCall W2, e ZeBlade PLUG C.

Gokoo M11 è uno smartwatch con cassa metallica in metallo IP67, contornato da una ghiera seghettata, con un vetro circolare al di sotto del quale alloggia, però, un display LCD quadrato da 1.3 pollici, con tecnologia IPS, touch per i menu sul basso, e 240 x 240 pixel di risoluzione. Connesso via Bluetooth con lo smartphone, ne controlla il player musicale, la fotocamera, e riceve le notifiche: grazie al sensore cardiaco, può registrare il battito ogni mezzora o continuamente, il quantitativo di ossigeno nel sangue, e la pressione arteriosa, elaborando questi ed i dati su passi, calorie bruciate, e distanze percorse, tramite un’apposita app (“Da Fit”, disponibile per Android/iOS). Il tutto, ovviamente, per ognuna delle 8 attività sportive (tra cui calcio, corsa, nuoto) monitorate. L’autonomia, affidata a una batteria da 220 mAh, è di circa 10 giorni, con ricarica tramite pin magnetici, mentre il prezzo è di pressappoco 70 euro. 

A una tacca più in alto, si colloca lo smartwatch AllCall W2, frutto dell’ingegno di Hong Kong. In questo caso, l’esile (1.5 cm di spessore) e leggera (97 grammi) cassa metallica è IP68, ed il display da 1.39 pollici con risoluzione pari a 400 × 400 pixel, è AMOLED: curiosamente, però, l’autonomia – affidata alla batteria da 460 mAh – scende a 3/4 giorni, anche considerato che – nel caso dell’AllCall W2, ci si trova al cospetto quasi di una sorta di smartphone da polso, tra l’altro dotato di Android Nougat 7.0

Il device, oltre ad avere una sua fotocamera (da 2 megapixel), ha un processore quad-core (1.3 GHz) MTK 6580, 16 GB di storage, 2 GB di RAM, una connettività Wi-Fi per agganciare gli hotspot, un modulo Bluetooth 4.0 per il join con gli smartphone Android (dal 4.4 in sù) e iOS (dall’8.0 in avanti), ed uno slot per nanoSIM 3G in modo da connettersi in giro ed operare telefonate. Naturalmente, non mancano le feature salutistiche, grazie al cardiofrequenzimetro, sostanziate anche nel conteggio dei passi e nel rilevamento del sonno. Per il prezzo, si parla di 110.99 euro.

La Zeblaze PLUG C, infine, è una classica smartband cinese, estremamente low cost (26.52 euro), con un cinturino che, staccato, rivela il connettore USB finalizzato alla ricarica della batteria, da 90 mAh, in grado di offrire autonomia per 7/12 giorni (con ricarica in poco meno di 120 minuti). Il frontale è di 33 x 12 millimetri ma, a causa della cornice protettiva, propone un display RGB longitudinale solo da 20 x 10 millimetri, in compenso con una buona risoluzione (72 x 144 pixel) e leggibilità all’aperto (tecnologia transflective). Dotata di porzione soft-touch nella parte bassa del frontale, la Zeblade PLUG C riceve le notifiche da chiamate ed app selezionabili (giusto l’alert ed i primi caratteri dei messaggi), oltre a visualizzare la frequenza cardiaca, i passi compiuti, e la qualità del sonno monitorato (via app Wearfit).

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