Volvo ha progettato i primi netturbini semoventi. Test da Giugno 2016

La compagnia automobilistica Volvo sta progettando dei robot semoventi, muniti di braccia, con il compito di fare da netturbini. I primi test "su strada" partiranno dal Giugno 2016 ma l'esperimento diverrà realtà solo più avanti. E in Italia?

Volvo ha progettato i primi netturbini semoventi. Test da Giugno 2016

Ricordate Wall-E? Il simpatico robottino della Pixar-Disney che si occupava di smaltire la spazzatura sulla terra ormai deserta e popolata solo da rifiuti e insetti? Ebbene, uno scenario simile potrebbe avverarsi – relativamente presto – grazie ad un progetto della Volvo.

La nota compagnia automobilistica ha, infatti, progettato – con la consulenza di esperti di robotica, di varie università, e della Renova (attiva nel riciclo dei rifiuti) – dei robot chiamati ROAR (acronimo di Robot-based Autonomous Refuse handling) che faranno proprio da spazzini automatizzati, in grado di aiutare l’uomo nei compiti di bassa manovalanza e, in effetti, poco igienici.

I robot Roar sono poggiati su una sorta di scooter a due ruote laterali e hanno due braccia: in questo modo questi robot sono in grado di afferrare i bidoni della spazzatura dagli angoli accanto alle case e di trasportarli sino ai camion dei rifiuti ove, poi, procederanno a scaricare il contenuto dei suddetti bidoni. Naturalmente, non tutto il processo sarà automatizzato: il conducente del camion sarà ancora umano e, d’ora innanzi, dovrebbe avere anche il compito di supervisionare l’operato dei ‘roboperatori’ ecologici.

I primi test dei robot “Roar” dovrebbero iniziare a Giugno del 2016, o – comunque – entro l’estate di quest’anno e dovrebbero proseguire per un bel po’ di tempo: solo tra qualche anno, quindi, potremo vedere effettivamente su strada questa categoria di ausilii robotici.

Una volta tanto, però, l’Italia non sta a guardare. Più volte, in passato, abbiamo parlato dei progressi della robotica italiana (due italiane tra le 25 migliori menti del 2015, e gli sviluppi della robotica soffice) grazie all’Istituto Sant’Anna e, in particolare, grazie alla dottoressa Cecilia Laschi.

A quanto pare, l’Ente di ricerca in questione – in collaborazione con diverse scuole superiori – ha attivato diversi progetti di ecologia robotizzata in cui degli operatori ecologici robotizzati implementavano la già attiva raccolta differenziata porta a porta.

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