In questi giorni, a Trento, dopo 36 mesi di test, è stato presentato il progetto “eSecurity” (ICT for knowledge-based and predictive urban security) che si propone di prevenire il crimine urbano utilizzando tecnologie che ricordano un po’ quanto visto al cinema in film come “Minority Report” e “Person of interest”, o in anime del calibro di “Psyco-pass”.
Nello specifico, eSecurity sarà una piattaforma nella quale confluiranno le segnalazioni di reati fatti alle autorità competenti, le statistiche sui tassi di criminalità ed il degrado urbano (es. scarsa illuminazione in alcune zone) e sociale. Non mancheranno, inoltre, tra le tante possibili fonti annoverabili ed implementabili a sistema, le variabili socio-demografiche, territoriali, ambientali ed economiche.
Il tutto permetterà di elaborare delle statistiche e dei grafici non statisti ma, bensì, dinamici che consentiranno una migliore dislocazione delle forze dell’ordine proprio laddove ve n’è più bisogno in un dato momento. Conseguenza di questo sistema di eSecurity?
Secondo il responsabile scientifico del progetto, Andrea Di Nicola, con eSecurity si potrebbe “rendere più incisiva l’azione nel settore della sicurezza urbana” e, inoltre, diminuire la percezione di vittimismo e insicurezza che alberga nei cittadini delle nostre città, grandi o piccole che siano.
Il progetto, come già accennato in precedenza, dopo esser stato annunciato nel 2011, è passato attraverso 36 mesi, proficui, di test, e – ora – ha ricevuto anche 400 milioni di finanziamento dalla Commission Europea nell’ambito del programma ISEC 2011 “Prevention of and Fight against Crime” varato, per tempo, dalla Direzione Generale Migrazione e Affari Interni.
Quindi, tutto è pronto perché si possa passare alla fase operativa che prevederà “un trasferimento in tempo reale di flussi informativi verso la piattaforma” tramite una eSecurity.App che consentirà ai privati cittadini di segnalare, in diretta, il verificarsi di situazioni che richiedono attenzione da parte delle forze dell’ordine.
Naturalmente, col l’implementazione sul campo del progetto di eSecurity, sarà anche possibile arricchire il numero delle fonti di questa piattaforma a seconda del contesto che bisognerà monitorare, in modo da espandere e utilizzare – a pieno – le potenzialità del programma di eSecurity testé esposto.