L’intelligenza artificiale e il settore tecnologico sono al centro di due importanti sviluppi che stanno facendo discutere l’opinione pubblica e il mercato globale. Da un lato, DeepSeek ha lanciato Janus-Pro, un modello multimodale che promette di ridefinire gli standard dell’AI, superando persino DALL-E 3. Dall’altro, le dichiarazioni di Donald Trump sulle nuove tariffe sui chip importati potrebbero cambiare drasticamente gli equilibri economici e produttivi nel settore tecnologico. Vediamo in dettaglio cosa significano queste due novità.
DeepSeek Janus-Pro supera DALL-E 3: una nuova era per l’AI multimodale a basso costo
La scena tecnologica internazionale è stata recentemente sconvolta dall’annuncio di DeepSeek, una startup cinese, che ha introdotto Janus-Pro, un sistema AI multimodale open-source che si propone di superare i giganti del settore, tra cui DALL-E 3 di OpenAI. Janus-Pro non è solo una dimostrazione di potenza tecnologica, ma rappresenta anche un modello di innovazione economica, in grado di raggiungere risultati eccellenti con budget ridotti rispetto ai colossi del settore.
Disponibile su Hugging Face con licenza MIT, che ne consente l’utilizzo commerciale senza vincoli, Janus-Pro si distingue per la sua architettura autoregressiva avanzata e la capacità di combinare generazione e analisi di immagini a livelli mai visti prima. Con una gamma di modelli che varia da 1 miliardo a 7 miliardi di parametri, Janus-Pro eccelle in benchmark chiave come GenEval e DPG-Bench, superando non solo DALL-E 3, ma anche altri concorrenti come Stable Diffusion XL e PixArt-alpha.Questa innovazione è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico, spingendo l’app di DeepSeek al primo posto tra le applicazioni gratuite sull’App Store. Tuttavia, l’enorme afflusso di utenti ha causato rallentamenti nei server e problemi di performance, che l’azienda ha promesso di risolvere rapidamente. Nonostante le difficoltà tecniche, il successo di Janus-Pro pone le basi per una nuova fase nell’evoluzione dei modelli AI, rendendoli accessibili anche a chi dispone di risorse limitate.
L’impatto politico: Trump e le tariffe sui chip
Nel contesto dell’ascesa di DeepSeek, il presidente Donald Trump ha annunciato, durante una conferenza a Miami, l’intenzione di imporre nuove tariffe sui chip importati e altri beni strategici. Trump ha definito “ridicoli” gli incentivi del CHIPS Act introdotti dall’amministrazione Biden, proponendo invece un sistema basato su tariffe elevate per stimolare la produzione nazionale. Il discorso di Trump, che per altri versi ha anche confermato l’interesse di Microsoft verso il social cinese TikTok, ha suscitato diverse reazioni.
Da un lato, ha sottolineato come aziende come DeepSeek siano esempi di efficienza economica e innovazione, pur mettendo in evidenza la necessità per gli Stati Uniti di non rimanere indietro nella corsa tecnologica globale. Dall’altro, esperti di settore hanno avvertito che l’aumento delle tariffe potrebbe causare un incremento significativo dei prezzi per i consumatori finali, con stime che indicano aumenti fino al 46% per laptop e tablet e al 26% per gli smartphone. Nonostante queste critiche, Trump ha insistito sull’importanza di costruire nuovi stabilimenti negli Stati Uniti, affermando che le sue politiche porteranno a una rinascita industriale senza precedenti. Tuttavia, molte delle iniziative di cui si è vantato, come il CHIPS Act e i progetti di costruzione di data center, erano già in corso prima del suo mandato.