La morte viene spesso associata a un “altro mondo”; un luogo simbolico che forse non esiste nella realtà, ma che può dare conforto a chi resta. Da oggi, però, qualcosa di molto simile all’aldilà sussiste nella simulazione virtuale: un universo meno etereo delle aspettative, ma raggiungibile attraverso un visore per la realtà virtuale e dei sensori da applicare sul corpo.
L’esperimento di realtà virtuale ha visto protagonista Jang, una donna sudcoreana che tre anni fa ha perso la figlia di soli sette anni a causa di una malattia incurabile. L’addio è stato estremamente doloroso, uno di quelli che solo chi perde un figlio può capire ma, grazie alla realtà virtuale, la donna ha potuto “incontrare” la figlia ancora una volta.
A documentare il tutto un programma tv intitolato “I met you“, letteralmente “Ti ho incontrato”, che si è occupata di creare una fedele riproduzione elettronica di Nayeon, la bambina. Nel documentario è possibile vedere Jang che indossa un casco virtuale e dei sensori alle mani; la stessa entra in un mondo digitale che riproduce un paesaggio di campagna, con alberi, prati ed un clima sereno dove, all’improvviso, compare la bambina.
Il modello riprodotto della piccola, animata in 3D, è stato ricreato basandosi sulle sue fotografie, mentre i movimenti si sarebbero ottenuti tramite il moto di un bambino, proprio come accade nei videogames. Jang, quindi, inizia ad interagire con la figlia; i limiti sono ancora molti, ma le opportunità offerte da questa tecnologia permettono di ricreare in modo molto fedele sia l’ambiente che le persone. La donna vede Nayeon correre sul prato e nascondersi dietro gli alberi. Poi, in un altra scena, mamma e figlia possono addirittura soffiare sulle candeline della torta di compleanno.
I parenti, che assistono alla scena, si perdono nella commozione, annullando il confine tra simulazione e realtà: Jang che può ancora condividere momenti con la sua bambina è diventata protagonista di qualcosa di incredibilmente credibile. L’esperienza arriva alla fine quando Nayeon si addormenta: vicino alla mamma inizia a volare una farfalla bianca, luminosa, che va poi a dissolversi lentamente nell’aria.
Lo svolgimento del documentario, di cui una parte è visibile online, è stato osservato anche dagli altri due figli di Jang e dal marito. La donna avrebbe dichiarato: “Ho vissuto un momento felice, il sogno che ho sempre voluto vivere. Era come fosse il Paradiso“. Il processo alla base di tali tecnologie, che probabilmente presto diverrà alla portata di tutti, mira a riprodurre anche i tratti più personali del carattere, creando avatar sempre più realistici.