Non fate avances "pesanti" al robot Pepper!

SoftBank, azienda giapponese di telecomunicazioni, dopo aver lanciato lo scorso anno il robot umanoide Pepper, in grado di capire i sentimenti delle persone, precisa nella sua policy d'uso che non dev'essere utilizzato per sesso e sottoposto a indecenze

Non fate avances "pesanti" al robot Pepper!

Qualche settimana fa abbiamo dato notizia di Roxxxy, un robot femmina in grado di imparare i desideri e le esigenze di un eventuale partner e, quindi, di soddisfarli. In tutti i sensi.

L’episodio in questione scatenò una vera e propria campagna di sensibilizzazione etica (“Campaign against sex robots”) contro coloro che sviluppano robot ad uso sessuale: la motivazione degli attivisti in questione era che umanoidi di tal genere avrebbero svilito l’atto sessuale a qualcosa di meccanico e avrebbero potuto ridurre l’empatia umana, sempre necessaria quando si tratta di rapporti tra i sessi.

Ebbene, l’attenzione sul tema non sembra calata. Anzi è tornata a “scaldarsi” con l’affermarsi, nel settore della robotica, di un nuovo super umanoide, “Pepper”. Pepper realizzato dall’azienda di telecomunicazioni nipponiche SoftBank in partnership con la francese Aldebaran Robotics, è un robot non ad uso domestico (non è un aspirapolvere automatizzato, per intenderci!) in grado di riconoscere le persone, chiacchierarsi e di vivere in modo autonomo.

Oltre a ciò, e questo è decisamente rilevante dal punto di vista delle conseguenze, Pepper è anche in grado di provare emozioni ed ha, a detta della SoftBank, un carattere affabile e timido. Possibile, quindi, che a qualcuno (magari solo, o affetto da disabilità…) potesse venire in mente, memore di tutte le qualità di quest’androide in oggetto, di farne una sorta di compagno di vita tout court. 

Proprio per questo motivo, in questi giorni, la SoftBank ha preso la decisione di modificare le note di utilizzo di Pepper da parte dell’utente finale precisando che quest’ultimo, il proprietario in ultima sede, non deve “praticare alcun atto sessuale” o “assumere qualunque altro comportamento indecente” con Pepper. 

Al di là del fatto che le motivazioni, per una simile presa di posizione, possano essere state dettate dagli effetti della campagna di sensibilizzazione contro la nascita degli umanoidi sessuali, il testo di questa particolare “policy” d’uso fa riflettere molto anche su quelli che sono i “diritti” degli umanoidi. Certo, siamo in un’ottica di quasi fantascienza, ma non trovate che, nel momento in cui un robot acquista una sensibilità e, quindi, una consapevolezza di sé, abbia anche dei diritti, come ad esempio quello ad esser rispettato?

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