Netflix pensa ai suoi podcast video: una nuova frontiera per lo streaming digitale

Netflix potrebbe presto lanciare una serie di podcast video originali, aprendo un nuovo capitolo nella sua strategia di contenuti e sfidando giganti come YouTube e Spotify nel campo dell’intrattenimento multimediale.

Netflix pensa ai suoi podcast video: una nuova frontiera per lo streaming digitale

Negli ultimi anni Netflix ha saputo reinventarsi più volte, passando dalle produzioni cinematografiche ai contenuti interattivi, fino agli esperimenti nel mondo dei videogiochi. Ora, secondo un’indiscrezione diffusa da Bloomberg, il colosso dello streaming starebbe preparando un nuovo passo nella propria evoluzione: la creazione di podcast video originali e in esclusiva.

Una mossa che potrebbe ridefinire il concetto stesso di “piattaforma di streaming”, trasformando Netflix in un ecosistema sempre più integrato e multiforme. L’interesse di Netflix per i podcast non nasce dal nulla. Già negli ultimi mesi, la società ha siglato un accordo con Spotify per portare sulla propria piattaforma sedici podcast video, aprendo così un canale di sperimentazione e di test. Ma l’intenzione del gruppo, secondo quanto riferito, sarebbe quella di andare oltre la semplice concessione in licenza, puntando a produrre contenuti originali con il proprio marchio, da integrare direttamente nel catalogo accanto a serie, film e documentari.

Per sostenere questa espansione, Netflix avrebbe già avviato contatti con diversi talenti e creatori di contenuti, invitandoli a sviluppare nuovi format pensati per il suo pubblico globale. In parallelo, l’azienda starebbe lavorando a un aggiornamento dell’interfaccia della sua app mobile, così da rendere più visibili i podcast video e facilitarne la scoperta. È un approccio che ricorda da vicino la strategia adottata per le serie televisive originali, in cui coesistono titoli di successo licenziati da terze parti e produzioni interne ad alto budget. A livello economico, Netflix sembrerebbe voler procedere con prudenza.

Le prime licenze per i podcast avrebbero durata annuale e valori inferiori ai dieci milioni di dollari (circa 9,3 milioni di euro), un investimento relativamente contenuto rispetto alle grandi produzioni audiovisive. L’obiettivo è osservare la risposta del pubblico e valutare se i podcast possano realmente trovare spazio stabile nel catalogo. In questo senso, si tratterebbe di un esperimento strategico a basso rischio, utile a capire se la piattaforma può competere anche in un settore dominato da YouTube e Spotify.

La concorrenza, infatti, è già agguerrita. YouTube continua a essere il punto di riferimento per i podcast video, mentre Spotify ha da poco introdotto la visione dei podcast anche sulla propria app per Apple TV. TikTok, dal canto suo, ha avviato collaborazioni con iHeartMedia per portare podcast e contenuti parlati nel proprio ecosistema.

In questo scenario, Netflix rappresenta un nuovo e potenzialmente potente protagonista, forte della sua base utenti globale e della capacità di promuovere nuovi format attraverso algoritmi già rodati. Dal punto di vista organizzativo, l’azienda non avrebbe ancora creato una divisione interamente dedicata al podcasting, ma avrebbe affidato il progetto a due team interni: quello per la concessione dei contenuti e quello dedicato ai format non sceneggiati e in diretta. L’intenzione è capire, attraverso esperimenti mirati, se il pubblico è disposto a guardare i podcast come fossero programmi televisivi, trasformandoli in una forma d’intrattenimento regolare e riconoscibile. 

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