Una volta, quando si andava a letto, il rischio era di non riuscire a rilassarsi, troppo presi dai pensieri del giorno appena trascorso: capitava, quindi, che – anche a luci spente – si passasse la notte in bianco a rimuginare su ciò che più ci aveva scosso nelle ore precedenti. Con l’arrivo della tecnologia mobile le cose non sembrano essere affatto migliorate.
Nel 2011 se n’era avuta una prima avvisaglia grazie ad una pubblicazione dell’associazione americana psicologi (“American Psychological Association”): il report in questione enunciava dei collegamenti tra le sindrome depressive, i comportamenti schizofrenici e l’eccessiva frequentazione dei social network che, all’epoca, erano una grossa novità.
Qualche anno dopo le cose non sembrano essere cambiate e, anzi, dei nuovi studi sembrano confermare il rapporto (non sappiamo ancora se di causa-effetto) tra i log-in frequenti nei social network e le sintomatologie da ansie e depressione.
Questa volta la ricerca è stata pubblicata dall’università scozzese di Glasgow ed annunciata nel corso di una conferenza medica: la relatrice, la dottoressa Heather Clealand Woods ha vagliato i comportamenti nel corso della giornata (sia di giorno che di notte) di circa 467 ragazzi di età compresa tra gli 11 ed i 17 anni.
L’esito non ha tranquillizzato molto né gli specialisti presenti e né, a posteriori, il popolo dei genitori: sembrerebbe, infatti, che eseguire il log-in nel social network anche a notte fonda possa avere effetti che si riscontrano in bassi livelli di autostima dei ragazzi in questione. La spiegazione che gli specialisti si sono dati non ha nulla a che fare con i messaggi che possono essere letti nei social network: no, il problema è ben altro e risiede nelle mancate ore di riposo.
E’ notorio, infatti, che per godere di buona salute, oltre ad andare a letto sempre alla stessa ora e non troppo tardi, occorra anche dormire circa 8 ore filate, senza interruzioni né disturbi vari. Con l’epoca della tecnologia mobile ormai in auge, quando si va a letto, lo si fa spesso in compagnia del proprio smartwatch, dello smartphone, del tablet, dell’ebook-reader retroilluminato, e – in alcuni casi – persino portandosi dietro il proprio portatile.
La scusa la sappiamo tutti: dobbiamo controllare le ultime email, tracciare quella data spedizione, vedere quali post abbiano ricevuto più like etc etc. Ebbene, da oggi sappiamo che il bagliore di quei monitor, per quanto sfumato ed attutito sia, non fa certo bene alla qualità del nostro riposo.
Magari non ce ne accorgiamo ma penetra comunque attraverso le palpebre e ci mantiene in una semi-veglia che non ha certo gli stessi benefici di un sonno autentico, a device spenti e silenziati. Ragion per la quale, diamo retta agli esperti e, ad una certa ora, salutiamo il mondo digitale e… godiamoci una visita in quello ovattato di Morfeo.