I cavi sottomarini sono l’infrastruttura silenziosa ma indispensabile che collega i continenti, trasportando la quasi totalità del traffico Internet globale. Nonostante la loro importanza, questi cavi in fibra ottica sono estremamente vulnerabili a guasti accidentali e danneggiamenti intenzionali.
Nel 2024, eventi come i danni ai cavi nel Mar Rosso o il sabotaggio del collegamento tra Finlandia e Europa centrale hanno dimostrato quanto sia fragile questa rete critica. La NATO, consapevole di questi rischi, sta lavorando a un piano per proteggere la connettività globale in caso di incidenti. Per rispondere a queste sfide, la NATO ha lanciato il progetto HEIST (Hybrid Space-Submarine Telecommunications Architecture), un’architettura ibrida che combina tecnologie spaziali e sottomarine per garantire la resilienza delle telecomunicazioni.
Questo piano ambizioso si propone di migliorare la capacità di rilevamento delle minacce, la diagnosi dei guasti e la ridondanza della rete in caso di interruzioni. Il primo obiettivo del progetto è sviluppare strumenti per localizzare rapidamente i punti di guasto sui cavi sottomarini.
Una volta identificato il problema, la priorità sarà quella di reindirizzare il traffico attraverso percorsi alternativi. È qui che entrano in gioco i satelliti: una soluzione di emergenza che potrebbe diventare essenziale in scenari critici. La colonna portante di questa strategia è rappresentata dalla comunicazione tra satelliti, che permette di creare una rete alternativa in caso di guasti ai cavi. Tuttavia, non tutti i satelliti attualmente in orbita supportano questa funzione.
I modelli più avanzati, come quelli di Starlink con comunicazione laser o i futuri satelliti del Progetto Kuiper di Amazon, offrono un potenziale significativo, ma la trasmissione satellitare rimane meno performante rispetto alla fibra ottica. Oltre ai limiti tecnologici, il piano NATO dovrà affrontare questioni logistiche e operative. Ad esempio, come si gestiranno le priorità nelle comunicazioni? Quali saranno le condizioni per l’uso di satelliti privati? Questi interrogativi restano aperti, ma il progetto è già in fase avanzata e potrebbe fornire risposte concrete nel prossimo futuro.