Il mondo dell’intelligenza artificiale è in continuo fermento, con le aziende che cercano costantemente nuovi modi per addestrare e migliorare i loro modelli. Una delle pratiche più discusse riguarda l’utilizzo dei dati degli utenti per addestrare queste IA. Di recente, come riporta il debunkologo Paolo Attivissimo di Attivissimo.me, Microsoft è finita al centro di un’accusa che la vede accusata di leggere i documenti creati dagli utenti con Microsoft Word per addestrare i suoi sistemi di intelligenza artificiale, con potenziali implicazioni devastanti per la privacy e la sicurezza dei dati.
La funzione “Esperienze Connesse” di Word
L’accusa è nata dalla scoperta di una funzione poco conosciuta, chiamata Esperienze Connesse (o “Connected Experiences” in inglese), che è presente nelle impostazioni di Microsoft Word. Secondo alcune segnalazioni, questa funzione, attivata di default, consentirebbe a Microsoft di raccogliere i dati scritti dagli utenti, inclusi documenti privati e sensibili, per utilizzarli nell’addestramento delle sue IA. Nonostante la funzione non sia esplicitamente dichiarata come strumento di addestramento per le IA, la sua attivazione automatica ha sollevato preoccupazioni, soprattutto riguardo a documenti privati o sensibili che potrebbero essere esaminati senza il consenso dell’utente.
L’informativa sulla privacy di Microsoft afferma che i dati personali raccolti vengono utilizzati anche per migliorare i modelli di IA. Mentre Microsoft sembra non includere espressamente i documenti scritti in Word, l’ambiguità della sua dichiarazione ha alimentato il timore che, effettivamente, i contenuti dei file possano essere utilizzati per addestrare l’intelligenza artificiale dell’azienda.
L’Accusa e le implicazioni legali
Se l’accusa fosse confermata, le implicazioni per la privacy e la protezione dei dati sarebbero enormi. Documenti riservati, come lettere confidenziali, referti medici, articoli giornalistici o materiale aziendale sotto embargo, potrebbero finire in un “database“ utilizzato per alimentare le IA. Il rischio è che tali dati possano essere riutilizzati o, peggio, divulgati senza il consenso degli utenti, compromettendo la riservatezza delle informazioni. In effetti, Microsoft è già coinvolta in altre controversie legali riguardanti l’uso dei dati per l’addestramento delle sue IA.
Un caso emblematico riguarda l’accusa di aver usato codice pubblicato su GitHub per addestrare Copilot, l’IA per il coding, senza il permesso dei creatori. Questo ha sollevato interrogativi sulla legalità delle pratiche delle grandi aziende tecnologiche e sul possibile abuso dei dati degli utenti.
La risposta di Microsoft
Microsoft, tuttavia, ha ribadito che non utilizza i contenuti dei documenti privati degli utenti per addestrare i propri modelli, ma piuttosto si concentra su interazioni come quelle con Copilot, il sistema di assistenza basato sull’IA, che raccoglie dati di conversazioni testuali e vocali per migliorare i modelli. Nonostante ciò, il rischio di raccogliere dati non autorizzati rimane elevato, poiché la funzione Esperienze Connesse può essere abilitata senza che l’utente ne sia pienamente consapevole. L’informativa di Microsoft, infatti, esplicita che i dati utilizzati per l’addestramento delle IA comprendono interazioni pubbliche, come quelle con Bing e altre piattaforme di Microsoft, ma non menziona esplicitamente i contenuti di Word, alimentando ulteriormente il dibattito. Inoltre, la raccolta dei dati è spesso un processo ambiguo, in cui le condizioni di servizio possono essere modificate senza che l’utente ne sia pienamente consapevole.
Come Difendersi: cosa fare per proteggere i propri dati
Se le preoccupazioni legate alla privacy sono fondamentali per gli utenti, Microsoft ha messo a disposizione un’opzione per disattivare la funzione Esperienze Connesse. È possibile farlo attraverso il menu delle opzioni di Word, disabilitando l’invio dei dati a Microsoft. Tuttavia, questa impostazione è di tipo opt-out, cioè viene attivata automaticamente e richiede l’intervento dell’utente per essere disabilitata. Gli utenti più preoccupati per la privacy hanno anche altre alternative. Esistono software di produttività come LibreOffice, che non raccolgono dati e non sono coinvolti nell’addestramento delle IA, offrendo una valida opzione per chi preferisce evitare i rischi legati all’utilizzo di strumenti come Word.