Il colosso guidato da Mark Zuckerberg è tornato al centro della scena legale e mediatica con due rivelazioni di grande portata che gettano nuova luce sulle strategie di lungo termine di Meta. Da un lato emerge una clamorosa email interna del 2018, in cui Zuckerberg suggeriva di scorporare Instagram per farla operare come entità autonoma. Dall’altro, durante l’ultima udienza del processo antitrust avviato dalla FTC, Meta ha sorpreso tutti elogiando apertamente iMessage di Apple per dimostrare di non detenere alcun monopolio nel mercato della messaggistica digitale. Due mosse che, pur diverse, puntano a un obiettivo comune: proteggere l’impero di Menlo Park dalle crescenti pressioni regolatorie.
Instagram, separato in casa?
Era il 2018 quando, con largo anticipo rispetto all’attuale indagine della Federal Trade Commission, Zuckerberg scrisse ai suoi dirigenti una nota interna che oggi sembra quasi profetica. Nella mail, resa pubblica durante una recente udienza, il fondatore di Facebook rifletteva sul fatto che la storia aziendale dimostra come molte imprese ottengano performance migliori dopo essere state divise. In quello stesso documento, Zuckerberg ammetteva la “non trascurabile probabilità” che Instagram e persino WhatsApp potessero essere scorporate nel giro di 5-10 anni, alla luce di un contesto politico sempre più ostile verso le big tech.Quella nota, visionaria o semplicemente prudente, è ora usata contro Meta nel processo che potrebbe davvero portare allo smembramento delle sue piattaforme principali.
Ma il punto è che, al netto delle parole, Meta non ha mai mosso un passo concreto verso uno scorporo volontario, preferendo piuttosto accorpare sempre più i servizi tra le sue app, rafforzando così l’integrazione tra Facebook, Instagram e WhatsApp.
Meta si difende: iMessage regna sovrano
Parallelamente, durante l’ultima arringa contro le accuse di monopolio, Meta ha sfoderato una carta a sorpresa: l’elogio di iMessage. Secondo le slide presentate in aula – alcune delle quali parzialmente censurate ma poi rese decifrabili – l’app di messaggistica predefinita di Apple sarebbe utilizzata settimanalmente dall’88,39% dei dispositivi, un dato che nessuna delle app Meta riesce a eguagliare, nemmeno sommandone le quote.
Il messaggio implicito è chiaro: se c’è un monopolio, non è certo quello di Meta. Il gigante di Cupertino, con il suo ecosistema chiuso e il peso di iOS, domina silenziosamente la comunicazione mobile, rappresentando a detta di Meta una reale alternativa che esclude qualsiasi ipotesi di dominio incontrastato da parte di Facebook o WhatsApp.