Meta Platforms ha accettato di pagare circa 25 milioni di dollari per risolvere una causa intentata da Donald Trump nel 2021, dopo che i suoi account sui social media erano stati sospesi a seguito degli eventi che hanno scosso Washington il 6 gennaio 2021. La causa è stata portata avanti contro la compagnia e il suo CEO, Mark Zuckerberg, per le decisioni prese riguardo alla rimozione dei contenuti di Trump in quel periodo, ritenuti incitanti alla violenza.
L’accordo prevede che 22 milioni di dollari vengano destinati al fondo per la biblioteca presidenziale di Trump, mentre il resto coprirà le spese legali e risarcirà gli altri querelanti coinvolti nel caso. Nonostante l’accordo, Meta non ammette alcun illecito, come precisato da fonti vicine all’intesa. La causa è rimasta a lungo in sospeso, ma i negoziati sono stati rilanciati dopo un incontro a Mar-a-Lago tra Zuckerberg e Trump nel novembre 2023. Durante quel colloquio, Trump ha insistito sulla necessità di risolvere la causa prima di poter avviare nuove relazioni con Meta e la futura amministrazione.
Le conversazioni si sono intensificate ulteriormente in un incontro di mediazione avvenuto a gennaio 2024, che ha portato alla conclusione della disputa legale. Trump ha portato avanti questa causa come parte di una serie di azioni legali intentate contro le principali piattaforme social, tra cui Twitter (ora X) e YouTube, che avevano sospeso i suoi account a causa dei contenuti pubblicati durante e dopo l’assalto al Campidoglio. Le sue denunce si concentravano sull’argomento della “censura“, accusando le piattaforme di limitare la sua libertà di espressione, un tema che ha caratterizzato gran parte della sua retorica politica negli ultimi anni.
Il caso con Meta è stato particolarmente simbolico, dato che le piattaforme social rivestono un ruolo fondamentale nella comunicazione politica e sociale del presidente Trump. Sebbene Facebook e Instagram abbiano sospeso i suoi account nel gennaio 2021, le piattaforme hanno giustificato la decisione con il rischio che Trump potesse incitare a nuove violenze. Tuttavia, una volta che Trump ha riacquistato l’accesso, ha continuato a essere molto attivo, suscitando discussioni sulla libertà di espressione e sul controllo dei contenuti online.
Nel contesto di questo accordo, alcuni critici, tra cui la senatrice Elizabeth Warren, hanno accusato Meta di cercare di compiacere il presidente Trump e la sua amministrazione. La vicenda ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di potere tra le grandi aziende tecnologiche e la politica, alimentando il dibattito sulla responsabilità delle piattaforme nel gestire i contenuti politici e le implicazioni legali di tali decisioni.
L’accordo tra Meta e Trump non è un caso isolato, poiché altre aziende statunitensi hanno risolto in modo simile controversie legali con l’ex presidente, tra cui ABC News, che ha pagato 15 milioni di dollari per una causa di diffamazione. Questo trend suggerisce che le corporation statunitensi stiano cercando di stabilire rapporti più stretti con l’amministrazione Trump in vista delle prossime elezioni. L’accordo con Meta arriva in un momento in cui Trump continua a cercare alleati e a rafforzare la sua posizione politica, anche dopo essere stato messo sotto accusa per vari motivi legali. Nonostante ciò, la sua strategia legale di lunga durata sembra aver portato a risultati concreti, con l’accordo che segna un altro capitolo della sua lotta contro quelle che considera le “censure” delle grandi aziende tecnologiche.