Di recente, la Commissione Onu sulla Banda larga, istituita da ITU (International Telecomunication Union) e UNESCO, ha pubblicato un rapporto di 100 pagine sullo stato della connessione internet nel mondo.
Secondo le stime, in 121 paesi si raggiungerà la saturazione mobile entro il 2015 e si potrà crescere, nel numero dei device connessi, solo grazie al passaggio alla rete ultraveloce 4G (LTE, in pratica): nel medesimo range temporale, poi, si dovrebbe arrivare alla quota di 7 miliardi di abbonamenti mobile sottoscritti, il che vuol dire sempre più device che si affacciano alle reti connettive mobili.
Nel complesso, si può dire che il mondo sviluppato presenterà un tasso di connessione delle persone dell’82%. Sin qui le note “positive”. Lo stesso report dell’Onu, però, presenta anche i lati negativi, in termini di digital divide.
Si era ipotizzato, o meglio auspicato, infatti, che il 60% della popolazione mondiale potesse trovarsi globalmente connessa entro il 2015 mentre questa meta sarà raggiungibile solo nel 2021: entro la fine del 2015 avremo 3.2 miliardi di persone connesse (leggero incremento rispetto ai 2.9 dello scorso anno) e, nel frattempo, dovremo convivere col duro dato secondo il quale, ad oggi, il ben il 57% della popolazione mondiale (ovvero 4 miliardi di persone) non è connesso.
La stessa situazione non riguarda, va detto, Facebook che gode di straordinaria salute: metà di tutte le persone connesse nel pianeta sembra avere un account presso il social di Mark Zuckerberg che vanta circa 1,5 miliardi di utenti attivi al Settembre del 2015.
Le cause? La lenta penetrazione della connessione mobile nei paesi in via di sviluppo con solo il 34 % della popolazione connessa (in 48 dei paesi più poveri il tasso di persone connesse è fermo al 10%): se la situazione non cambierà, avverte il rapporto in questione, ci ritroveremo un dislivello comunicazionale tra paesi ricchi e poveri, una minore ricchezza culturale espressa (solo il 5% delle 7100 lingue parlate nel mondo è rappresentato), ed una minore partecipazione delle donne alla costruzione delle idee (nei paesi in via di sviluppo il 25% in più di chi si connette è uomo, il 50% in più nell’Africa subsahariana).
Decisamente occorre impegnarsi per colmare questo digital divide, mobile o fisso che sia, e spronare i grandi della comunicazione affinché mettano in atto i loro progetti di connessione globale (Loon di Google, Internet.org con Facebook main sponsor, RBS dell’ITU di Lahore).