La NASA ha inventato un super tessuto metallico

Il nuovo materiale, creato nei laboratori JPL della NASA, è formato da numerosi tasselli di metallo stampati in 3D. Per gli ideatori, potrà facilmente prestarsi a molteplici usi spaziali.

La NASA ha inventato un super tessuto metallico

Un team facente parte della JPLil Jet Propulsion Laboratory della NASA – ha sviluppato un nuovo tessuto metallico, formato da una serie di tasselli tenuti tra di loro come una catena.

Il materiale, messo a punto dagli ingegneri del celebre ente per la ricerca spaziale degli Stati Uniti, può essere realizzato con un costo relativamente contenuto, grazie alla stampa 3D. Con questa tecnica, è possibile ottenere il super tessuto già nella propria veste definitiva, quindi senza alcuna necessità di assemblaggio dei singoli quadratini di metallo.

Il nuovo super tessuto della Nasa si presta ad un’infinità di utilizzi. La sua versatilità ne consentirà l’impiego per costruire delle antenne leggere e flessibili, da poter dispiegare nel cosmo. In secondo luogo, potrà essere utilizzato come schermatura delle future navicelle e tute spaziali.

Il grande vantaggio del materiale realizzato dalla Nasa è la presenza di proprietà diverse sui due lati dei tasselli. La faccia lucida si presta ad evitare il surriscaldamento, in quanto è capace di riflettere sia la luce che il calore. La faccia opaca garantisce invece l’esatto opposto, quindi trattiene il calore, ed è utile come isolante da poter impiegare su pianeti o ambienti molto freddi.

Il tessuto risulta allo stesso tempo anche estremamente modulabile e, potendosi piegare in mille modi diversi, può assumere le forme più particolari, adattandosi agli scopi che si vuole raggiungere. Secondo Polit Casillas, capo degli ingegneri che hanno seguito il progetto del super materiale, in un futuro non molto lontano saranno gli stessi astronauti a poterlo stampare direttamente nello spazio, riciclandolo qualora non servisse più al caso.      

Grazie a questo ritrovato, si potranno – inoltre – produrre dei veicoli spaziali attraverso un unico processo di stampa. Ciò risulterebbe non solo più sicuro, ma anche più conveniente rispetto ad una navicella assemblata con migliaia di pezzi, ciascuno dei quali soggetto a guasti o rotture.

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