Pavel Durov, il fondatore di Telegram, è stato arrestato all’aeroporto di Parigi e la giustizia francese ha esteso la sua detenzione. La decisione ha sollevato un acceso dibattito internazionale, con difensori di Durov che lo considerano un caso emblematico di violazione dei diritti alla libertà di parola e privacy.
Durov, 39 anni, è stato fermato sabato sera all’aeroporto di Le Bourget, a bordo di un jet privato proveniente da Baku, Azerbaijan. L’arresto è avvenuto sulla base di un mandato di ricerca francese, emesso da un’indagine preliminare condotta dall’ufficio per la violenza sui minori. Le accuse non ancora formalizzate includono frode, traffico di droga, cyberbullismo, criminalità organizzata e promozione del terrorismo attraverso la piattaforma di messaggistica che ha fondato.
Attualmente, Durov può essere detenuto per un massimo di 96 ore, dopodiché un giudice deciderà se liberarlo o prolungare la custodia cautelare. Telegram ha immediatamente difeso il suo fondatore. In una dichiarazione su X (Twitter insomma), la società ha sottolineato che Telegram rispetta le leggi dell’Unione Europea, inclusi i requisiti del Digital Services Act, e che la piattaforma è continuamente migliorata per garantire standard di moderazione adeguati.
Telegram ha anche espresso incredulità riguardo alle accuse, definendole infondate e sottolineando l’importanza della piattaforma per quasi un miliardo di utenti globali. L’arresto di Durov ha scatenato reazioni di forte critica da parte di figure di spicco come Elon Musk ed Edward Snowden. Musk, patron di X, ha usato l‘hashtag #FreePavel, criticando la Francia per quello che considera un attacco alla libertà di parola.
Snowden, l’ex informatore dell’NSA, ha descritto l’arresto come un attacco ai diritti fondamentali di libertà di parola e associazione, esprimendo sorpresa per il comportamento del presidente francese Emmanuel Macron.
Pavel Durov, noto per la sua carriera come fondatore del social network VKontakte e successivamente di Telegram, è stato un personaggio controverso. Dopo aver lasciato VKontakte nel 2014 a causa delle pressioni del Cremlino per bloccare i canali di opposizione, ha dedicato la sua carriera a Telegram, che è diventata una delle principali piattaforme di messaggistica al mondo. La sua scelta di vivere a Dubai, per evitare l’attenzione delle agenzie di intelligence globali, ha ulteriormente complicato la sua posizione.
Il caso Durov ha sollevato anche questioni geopolitiche. Kiev ha suggerito che Durov potrebbe aver cercato di incontrare Vladimir Putin a Baku poco prima del suo arresto, ma l’incontro sarebbe stato rifiutato. Andriy Kovalenko, capo del Centro per la lotta alla disinformazione di Kiev, ha paragonato l’arresto di Durov all’hackeraggio della macchina Enigma durante la Seconda guerra Mondiale, insinuando che potrebbe avere implicazioni significative per la rete di agenti russi in Europa.
In Russia, il caso ha provocato reazioni contrastanti. Alcuni manifestanti hanno lanciato aerei di carta con il logo di Telegram contro l’ambasciata francese a Mosca, mentre Dmitry Medvedev ha ironizzato sulla situazione, suggerendo che Durov stia affrontando le conseguenze delle sue scelte di vita e delle sue alleanze. Il futuro di Pavel Durov rimane incerto mentre la giustizia francese prosegue le indagini e la comunità internazionale continua a seguire con attenzione questo caso che potrebbe avere ripercussioni globali sul dibattito riguardante la libertà di espressione e il diritto alla privacy.