Inventato un nuovo sensore in grado di prevenire l’insufficienza cardiaca

Recentemente, è stato ideato dai ricercatori dell'università dello Utah - negli Stati Uniti - un nuovo sensore molto tecnologico che si basa sulla tecnologia Bluetooth, in grado di rilevare un insufficienza cardiaca 10 giorni prima che accada.

Inventato un nuovo sensore in grado di prevenire l’insufficienza cardiaca

Rendicontato dai media nelle scorse ore, il nuovo dispositivo tecnologico – basato sulla tecnologia Bluetooth – ideato dai ricercatori dell’università dello Utah insieme al sistema sanitario statunitense del Salt Lake City, è costituito da un cerotto che viene posizionato sul petto del paziente in modo tale da poter seguire il suo ritmo cardiaco, la qualità e le ore totali di sonno del paziente, e da riuscire anche a conteggiare i passi e l’attività fisica dello stesso.

Tutto questo poiché il sensore funziona anche attraverso un particolare sensore GPS, il quale, riesce anche a trasmettere i dati attraverso un’applicazione che può essere utilizzata sia per Android che per Apple e che invia quindi i dati (anche il ritmo cardiaco medio e la situazione clinica generale di ogni singolo paziente) al cardiologo che è in connessione con il dispositivo all’avanguardia nel settore.

Inoltre, dopo che il sensore è riuscito a rilevare il livello normale cardiaco medio, può essere in grado di individuare se il paziente debba oppure no recarsi presso il nosocomio più vicino a lui, all’incirca nel 80% dei casi analizzati. Secondo i ricercatori dell’università dello Utah che stanno seguendo gli sviluppi della tecnologia stessa, questa previsione o stima è stata fatta all’incirca 10 giorni prima che il paziente arrivasse nell’ospedale più vicino con problemi cardiaci rilevanti, come con un infarto in corso.

I ricercatori stessi, sostengono inoltre che questo nuovo dispositivo e questa nuova tecnologia Bluetooth, abbiano ridotto drasticamente il numero di casi in emergenza cardiaca. Colui che ha realizzato questo studio è il dottor Josef Sterlich dell’università dello Utah, il quale ha riferito ai microfoni dei giornalisti che lo stavano intervistando che: “Questo interessante studio non fa altro che dimostrare come i medici possano prevedere con molta precisione la probabilità di un eventuale ricovero presso il nosocomio causato da un deterioramento oppure da uno scompenso cardiaco molto prima che i medici oppure i pazienti sappiano che sta accadendo tutto questo“.

Questo studio medico è stato pubblicato sulla rivista americana chiamata “American Heart Association” ed ha, durante il suo sviluppo, seguito circa 100 pazienti affetti da insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco più o meno grave, con un’età media all’incirca di 70 anni, che hanno portato sul petto il sensore Bluetooth per circa 3 mesi, il tempo necessario per riuscire a misurare tutti i parametri utili alla ricerca in corso.

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