In genere, si tende a pensare all’industria petrolchimica come alla nemica mortale dell’ambiente, e dell’ecologia, per via dei carburanti che vengono sintetizzati dall’oro nero, e delle plastiche che – tratte da quest’ultimo – vengono disseminate un po’ ovunque. La brasiliana Braskem, però, sta provando a cambiare questa prospettiva, realizzando una plastica in grado di diminuire gli sprechi alimentari, e di evitare le frodi del cibo, sovente alla base di pericolosi avvelenamenti.
Braskem è un marchio poco noto al gran pubblico ma che – in America – ha una popolarità non indifferente: nata nel 2002 a San Paolo, come industria petrolchimica, in poco tempo è diventata il più grande produttore americano di polimeri sintetici, con un capitale di 7 miliardi di dollari, e stabilimenti diffusi non solo il madre patria, ma anche negli USA, in Messico, e in Europa (ovvero, in Germania).
Nel 2013, Braskem ha iniziato a studiare la possibilità di creare una plastica alimentare che fungesse da cartina tornasole per la qualità conservativa del cibo: in sostanza, si trattava di un polimero che cambiava colore in relazione al PH del cibo che avvolgeva. In questo modo, qualora ci si fosse trovati davanti un alimento che, nonostante la data di scadenza, sembrava poco rassicurante per aspetto ed odore, con questo strumento si sarebbe avuta la prova del nove, avendo la possibilità di deciderne l’eventuale persistente commestibilità con (scientifica) cognizione di causa.
Gli studi sono andati avanti e, nel 2015, si è avuto il primo prototipo: oggi si è giunti alla formulazione definitiva del prodotto, pronto per essere immesso in commercio con tutta la potenza realizzativa di quest’azienda, come testimoniato al Washington Post da Andrew Manly, presidente dell’associazione che riunisce le imprese attive nel packaging industriale.
L’unico step ancora da ottemperare consiste, secondo quanto comunicato dall’azienda, nei test finali di affidabilità: questi ultimi dovranno certificare il raggiungimento di un’elevata precisione nelle misurazioni, tale da poter escludere dei pericolosi falsi positivi. A partire da quel momento, entro 2 o 3 anni, Braskem riuscirà a far arrivare la sua plastica “magica” sugli scaffali di tutti i negozi, evitando le truffe alimentari (in Brasile 21 aziende sono finite sotto inchiesta per aver corrotto degli ispettori affinché autorizzassero la vendita di carne contaminata dalla salmonella), e gli sprechi di cibi che, a fronte di quanto dichiarato dall’etichetta (a volte divenuta illegibile), magari sono ancora buoni da consumare.